Giorgio Diritti, montatore, regista e scrittore italiano, presenta durante una conferenza al Salone del Libro di Torino il suo nuovo film, tratto dal libro Il seminatore di Mario Cavatore, l’ultimo dei suoi capolavori. Ricordiamo infatti tra le altre sue opere i sette David di Donatello che premiarono Volevo nascondermi, i tre David assegnati a L’uomo che verrà e le cinque nomination per Il vento fa il suo giro, primo film del regista. Un film totalmente indipendente, motivo di sorpresa per la critica dell’epoca. Quest’opera prese le sue mosse dall’incontro con Fredo Valla, avvenuto durante la partecipazione a “Ipotesi del cinema”, contesto in cui si innamorò del territorio piemontese che lo ispirò per la successiva produzione del film. Nucleo tematico di questa produzione è la contrapposizione tra la bellezza e le difficoltà dell’incontro con altre culture: si tratta infatti del viaggio di un uomo che cerca di instaurarsi in una civiltà chiusa.
Tutte le opere di Giorgio Diritti dimostrano una grande attenzione e una grande sensibilità nel trattare vicende delicatissime, come avviene nel film L’uomo che verrà, parlando del quale egli sottolinea il suo senso di necessità morale che lo ha spinto a raccontare i fatti della strage di Marzabotto. Durante la conferenza racconta del rapporto emotivo che si instaura con i sopravvissuti alla strage, i quali aiutarono con le loro testimonianze la produzione. Il confronto diretto con le persone è motivo ricorrente nella maggior parte dei suoi film. Il cinema è infatti per Diritti una dimensione di riflessione, il cui obiettivo è offrire al pubblico partecipazione emotiva, che aiuti a capire meglio la propria vita, poiché lo scopo stesso della cultura è aiutare a costruire una società migliore.
Questo aspetto viene messo in luce anche nel suo ultimo film, tratto dal libro Il seminatore. In questo libro si parla infatti della discriminazione verso le etnie amish avvenuta in Svizzera nel 1939. Sulla base dell’ideologia dell’eugenetica, che ispirò anche il nazismo hitleriano, si credeva che essere girovaghi non permettesse ai giovani di avere una corretta educazione, vennero così rapiti 30.000 bambini. Questa operazione cruenta portò un cambiamento nella dimensione affettiva di queste persone.
Il cinema di Diritti non è solo intrattenimento, il suo vero scopo è quello di regalare una sensazione in più, gratificando e arricchendo il pubblico e portandolo a una presa di coscienza.
Gloria Anzioso, Nicole Tramontano – Liceo classico V. Alfieri