Una cosa che ti ha colpito
Nel corso della lettura mi ha colpito il realismo degli eventi e l’influenza di questi sui personaggi, nei quali ci possiamo anche noi immedesimare.
Un’altra cosa che ti ha colpito
Vedere testo in alto
Una frase del libro da conservare
“Il gran desiderio d’un cuore inquieto è di possedere interminabilmente la creatura che ama, o di poterla immergere, quando sia venuto il tempo dell’assenza, in un sonno senza sogni che non possa aver termine che col giorno del ricongiungimento.”
Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche
“Cecità” di José Saramago
“La Peste” si può considerare come il romanzo che meglio rappresenta la sofferenza di una comunità umana di fronte agli sviluppi di una malattia. E’ giusto dire che oggi andrebbe sicuramente letto secondo una diversa interpretazione, considerando gli eventi attuali legati alla pandemia di Covid-19.
L’epidemia che si scaglia sui cittadini della modesta colonia francese di Orano è riconducibile per la dinamica dei fatti e per l’incertezza sorta nella comunità civile a quella che ha coinvolto il nostro paese nell’ultimo anno e mezzo. Le reazioni dei personaggi, le contromisure prese dall’amministrazione, la solitudine e la separazione capovolgono il benessere della cittadina algerina così come hanno modificato il prosieguo delle nostre vite. Camus, sebbene pubblichi il libro nel 1947, presenta incredibilmente una situazione quasi del tutto analoga a quella del nostro tempo.
Il dottore e protagonista Bernard Rieux si fa portavoce di una comunità di persone che, pur non volendo cedere, viene spesso sopraffatta dalle difficoltà. Probabilmente egli è l’unico personaggio che per quanto mi riguarda può rappresentare una fonte di ispirazione, per via del suo enorme senso del dovere e della instancabile tenacia che lo contraddistingue. Egli si mette a disposizione della città e non teme per nessun motivo la malattia, poiché per lui l’obiettivo rimane salvare gli esseri umani prima ancora che se stesso. A mio parere altri aspetti degni di nota sono l’umiltà di semplici cittadini come Grand e Tarrou e la dolcezza della signora Rieux. La sofferenza dei personaggi ha generato in me un senso di empatia e di comunità, poiché sento di aver vissuto anche io un’esperienza del genere e di aver visto con i miei occhi il dolore di molte persone e la loro rassegnazione di fronte a qualcosa di cui non potevano sapere durata e conseguenze. La narrazione lenta e precisa permette di addentrarsi nella storia e di esplorare le vie e i diversi luoghi di Orano, dove la peste entra e semina distruzione. Essendo lo sviluppo e in seguito il rallentamento della malattia graduale, Camus ci illustra passo passo gli eventi vissuti dai cittadini e contribuisce alla nascita di una speranza anche nel lettore, che viene catturato emotivamente nella storia, attendendo il termine del flagello.
Il romanzo in questione rappresenta una sofferenza collettiva unica e coinvolgente, permette ad ognuno di noi di apprezzare il benessere e la libertà e di apprendere e ammirare aspetti positivi dei personaggi, impegnati a lottare contro la sofferenza personale e di chi sta attorno. Per concludere, posso dire che l’esperienza di lettura mi ha arricchito molto e mi ha consentito di comprendere meglio il dolore dell’essere umano e la sua maniera di agire nelle difficoltà, talvolta da imitare come nel caso di alcuni personaggi del romanzo. Mi ritengo quindi soddisfatto di aver letto “La Peste”, in particolare in un periodo come quello attuale.