Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

“Le cose più importanti sono le cose più difficili da dire”


Emily Riello IIETE

Istituto Tecnico Boscardin - Vicenza

Nome Scuola

Istituto Tecnico Boscardin

Città Scuola

Vicenza

“Le cose più importanti sono le cose più difficili da dire”: questa frase all’inizio del romanzo mi ha particolarmente colpita, tanto da commuovermi, perché l’ho sentita molto “mia” per così dire. Solo alla fine del libro si capisce perché King abbia voluto metterla in prima pagina. 

I protagonisti possono sembrare normali ragazzi durante la loro fase adolescenziale, ma piano piano si capisce che in realtà quello che li tiene uniti non è un semplice legame di amicizia, ma un sentimento più profondo di comprensione e di similarità. Tutti hanno situazioni familiari complicate, come per esempio Gordie, il narratore delle vicende: lui mi è parso subito un ragazzo molto timido e introverso con il solo bisogno di essere compreso. Dopo la morte del fratello maggiore sente un grande bisogno di affetto e un senso di vuoto non trascurabile, ma i suoi genitori non soddisfano questo bisogno, perché anche loro sono distrutti dalla perdita del loro primogenito. Ignorano quindi il figlio minore creandogli così un forte senso di abbandono. Oppure per esempio guardiamo Teddy, che vive con un padre veterano di guerra ormai instabile di mente. 

Questi ragazzi sono a conoscenza delle difficoltà familiari l’uno dell’altro, ma le trattano con superficialità perché nessuno parla di tali problemi per la paura di non essere compreso. Non sempre è facile parlare dei propri problemi, che siano familiari o sociali, per il semplice fatto che fanno male, c’è la paura di non essere capiti, quella di essere giudicati, o – la peggiore a parer mio -, quella di non essere ascoltati. Nessuno può capire il vero dolore che stai provando finché non si trova in quelle circostanze. Molte volte mi è capitato di aprirmi con le persone riguardo le mie problematiche e non essere capita, perciò col tempo ho imparato a farmi forza da sola, a non chiedere aiuto a nessuno, a non dipendere da nessuno e ad arrangiarmi. Fin da piccola ho avuto infatti  una vita movimentata e un’infanzia piena di colpi di scena, ma per non pesare su nessuno mi ricucivo le ferite da sola, talvolta facendomi carico anche della sofferenza altrui, un po’ per non vedere le persone a cui tengo soffrire, e un po’ perché se mi concentravo sulla sofferenza altrui non avevo modo di pensare alla mia. Tutto ciò per dire che ho trovato magnifica la scelta dell’autore di inserire questa citazione, perché racchiude a pieno uno dei temi che io ho recepito e reputo fondamentali all’interno del testo, ovvero la sofferenza e il dolore di questi ragazzi, ma anche l’essere per questo “diventati grandi troppo in fretta”. 

Per questo è interessante che siano stati inseriti dei piccoli racconti di Gordie all’interno del romanzo -sebbene abbia creato un effetto di confusione e forse poteva essere trovato un modo diverso per far capire meglio al lettore che si tratta di un piccolo brano tra i preferiti della produzione di Gordie- perché si capirà in seguito che Gordie ha trovato modo di sfogare le sue sofferenze attraverso la scrittura. Sempre relativamente a questa parte vediamo la maturità dell’amico Chris, che lo incita per il suo bene a seguire i suoi sogni, sapendo però che ciò avrebbe portato al suo allontanamento.

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