(Foto di Giulia Travaglio)
Gruppi di Lettura 2025, News

Eroi, ma senza superpoteri – i ragazzi del gruppo di lettura del Bookstock!


Filomena C. Scarpitta

Gruppo di Lettura del Bookstock - Napoli, Torino

Cercare il modo giusto per parlare di quanto è accaduto durante i primi incontri con il gruppo di lettura è un compito ostico, un po’ come scrivere l’incipit di un racconto: non sai mai se sarai tu a trovare le parole adatte o se saranno loro a farlo. Mentre le rincorro, tuttavia, in qualche breve riga, di fretta e sicuramente poco esaustiva, proverò lo stesso a svelarvi qualche chicca. 

 

(La riunione del 19 febbraio in via Giannone, foto di Giulia Travaglio)

 

Prima di tutto, cos’è il gruppo di lettura del Bookstock? O meglio, chi è il gruppo di lettura del Bookstock? Si tratta di un’iniziativa del Salone del Libro di Torino, pensata per i ragazzi tra i quattordici e i ventun anni. Per entrare a far parte del gruppo non è necessario avere qualche sorta di super potere o caratteristica fuori dal comune (se fosse così, sicuramente non sarei qui a documentare cosa accade dietro le quinte), semplicemente amare leggere. Perché è questo che facciamo: leggiamo. Cosa pensavate? 

 

 

Forse è un po’ riduttivo, perché pensandoci facciamo questo e anche di più. Non mi crederete quando vi dirò che durante uno dei primissimi incontri, che ha visto la partecipazione di Andrea Falcone che, in termini matematici, sta a noi del gruppo come Gandalf sta a Frodo nel lungo viaggio verso la Terra di Mezzo (strano parallelismo lo ammetto), e Popi Giovannoli, curatrice del bookblog (sì, lo stesso blog su cui state leggendo questo articolo), non c’è stato un minuto di silenzio. Tre ore di brainstorming molto intense. Potrei giurare di aver visto del fumo uscire dalle orecchie di qualcuno. Di certo tutti avevamo le idee molto chiare su chi abbiamo voglia di incontrare al Salone. Questo non posso spoilerarvelo, ma la speranza che questi personaggi accettino è dura a morire, almeno per me.

 


Quindi sì: leggiamo, conversiamo, riflettiamo, scriviamo, uniamo le forze, ci ascoltiamo
, progettiamo e molto, molto altro ancora. Notevole, vero? Darei una pacca sulla spalla a tutti i miei colleghi se non fossimo così distanti. Ecco, questo è un particolare piuttosto importante che ho dimenticato di menzionare! Da quest’anno, infatti, la possibilità di prender parte al progetto è stata offerta anche ai non torinesi. Ci colleghiamo via Zoom e quel numero, a me sconosciuto, di chilometri e chilometri a separarci sembra non esistere più. 

 

Questo, sempre che la mia memoria da pesce rosso non mi tradisca, credo sia quasi tutto quello che c’è da dire sul nostro fantastico team al momento. Non vi tratterrò con uno sproloquio su quanto i nostri gusti musicali o in fatto di libri siano affidabili, non la finirei più. In realtà è perché credo di aver superato, anche di molto, le battute consentite. Scusate ragazz*. Vi lascio andare, con la speranza che torniate a leggerci.

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