Cronache, Internazionale Ferrara 2024

Accoglienza dei minori in difficoltà


Anita Mosso, Anna Robbiano

Liceo V. Alfieri, Liceo L. Ariosto - Torino, Ferrara

L’immigrazione dei minori stranieri non accompagnati, vittime della società e centrali nel dibattito politico italiano, è l’argomento dell’incontro moderato Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, che apre il dialogo tra Francesco Camisotti dell’associazione CIDAS, Virginia Costa del servizio centrale del SAI e Luca Rizzo Nervo del comune di Bologna.

Francesco Camisotti espone il caso di Ousmane Sylla, giovane della Guinea, che all’età di sedici anni decide di abbandonare il proprio paese natale: la sua meta finale sarebbe dovuta essere la Francia dove vive suo fratello, ma prima di giungervi sbarca in Italia, per poi arrivare a Ventimiglia. Viene spostato in varie strutture d’accoglienza senza mai riuscire a superare il confine; in seguito si suicida a causa delle numerose violenze fisiche e psicologiche, nonostante i numerosi tentativi di denuncia non considerati dalle autorità. 

Virginia Costa continua dicendo che in Italia la situazione è peggiorata per la scarsa presenza di centri d’accoglienza, a causa mancanza di fondi a disposizione dei comuni. Ciononostante, i dati dimostrano che il numero di minori non accompagnati che arrivano sia in forte aumento: solo nel 2023 sono sbarcati nel nostro paese più di 17.000 minori, principalmente da zone del nord Africa. A causa di ciò, tanti sono stati i centri di accoglienza improvvisati,  molti i minori spostati in centri per adulti, altrettanti i giovani sfuggiti al sistema, di cui si sono perse tutte le tracce. 

Successivamente prende parola Luca Rizzo Nervo, che spiega come Bologna, intenzionata a integrare i giovani nelle famiglie e nella società, abbia creato 3500 nuovi posti di accoglienza, offrendo persino corsi di italiano. Anche Camisotti sostiene questo progetto, che vorrebbe migliorarlo qualitativamente. 

In conclusione è stata sottolineata la lentezza burocratica dei tribunali italiani, che impiegano anni prima di affidare un tutore ai minori: molti, infatti, al compimento dei diciotto anni si ritrovano in strada senza una fissa dimora o un lavoro, abbandonati a sé stessi, senza aver mai sperimentato l’affidamento. 

Tra lentezza, mancanza di fondi e di strutture, i minori che arrivano in Italia alla ricerca di una vita migliore trovano solo un’accoglienza inadeguata e inefficiente.  

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