Cronache, Internazionale Ferrara 2024

Reporter Slam: in gara per la tutela dell’ambiente


Giulia Massaglia, Viviana Perelli

Liceo L. Ariosto, Liceo V. Alfieri - Ferrara, Torino

Cinque giornalisti. Cinque inchieste. Un solo vincitore.
Questa è l’essenza di Reporter Slam, un evento giornalistico tornato al Festival di Internazionale dopo il successo dell’anno scorso, dove ogni reporter invitato presenta la propria indagine e la sottopone al giudizio del pubblico.
L’incontro di venerdì 4 ottobre ha portato alla luce storie diverse, unite però dallo stesso filo conduttore: la tutela dell’ambiente.
Il primo giornalista a salire sul palco è stato Andy Brown, che ha denunciato l’impronta di carbonio lasciata dal mondo del calcio sul nostro pianeta. Infatti, non soltanto le squadre sono solite spostarsi continuamente tramite jet privati, senza badare al conseguente inquinamento, ma la FIFA stessa (Federazione Internazionale del Calcio) è sponsorizzata da Aramco, una delle compagnie petrolifere più inquinanti al mondo.
L’evento è proseguito con la testimonianza di Michael Buchsbaum, incentrata sul tema della cattura e dello stoccaggio del carbonio, che prevede l’iniezione della CO₂ nel sottosuolo e per cui l’UE investe oltre due miliardi di euro ogni anno. Potrebbe sembrare una pratica a favore della diminuzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera, ma la verità è molto diversa: circa il 70% del gas catturato viene sfruttato per trarre maggior profitto dai pozzi petroliferi in cui viene immesso, accrescendo quindi l’effetto inquinante della CO₂.
A prendere la parola in seguito sono state Sara Manisera e Daniele Sala, giornaliste italiane che hanno denunciato l’ipocrisia dell’Unione Europea. Infatti, nonostante in Europa sia vietato l’utilizzo di pesticidi, questi vengono fabbricati ed esportati dalle nostre multinazionali nel resto del mondo, dove vengono impiegati nelle piantagioni intensive, di cui importiamo i prodotti. Questo circolo vizioso non si limita solamente a danneggiare gli ecosistemi, ma causa anche conseguenze disastrose sulle popolazioni locali, generando “una forma di colonialismo chimico”, come ha affermato Daniela Sala.
A chiudere l’incontro è stato Stefano Vergine con la sua inchiesta relativa allo smaltimento dei tessuti, che in teoria dovrebbero essere riciclati, ma in realtà vengono trasportati illegalmente in Romania e Bulgaria, dove vengono distrutti, a prezzo più basso, in modo altrettanto illecito. Questo processo, che in Italia è molto comune, porta all’arricchimento di diverse aziende, colluse con la criminalità organizzata.
Al concludersi delle varie presentazioni, intervallate dall’accompagnamento musicale di Matteo Storti, il pubblico ha espresso la propria preferenza, decretando vincitrice dello slam Daniela Sala.
La storia, però, non finisce qui: la vera sfida per tutti noi è cercare di guardare oltre le apparenze, come hanno fatto i cinque reporter, approcciandoci in modo critico alla realtà che ci circonda.

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