Groupie: sostantivo; fan che segue un cantante o un musicista rock durante una tournée. Così si definisce Valeria Carletti, autrice di “A oltranza. (Dis)avventure di una vecchia groupie”, che è stata oggi ospite all’Arena Bookstock del Salone Internazionale del Libro di Torino.
La scrittrice torinese, in compagnia del suo cagnolino Luna, ha aperto l’incontro parlando della sua passione per la musica che le ha “salvato la vita”. Il libro è un racconto autobiografico, una sorta di diario non convenzionale in cui il tempo è scandito da una playlist contenente le canzoni preferite dall’autrice. Durante l’incontro l’intervistatrice Margherita Schirmacher ha fatto notare a Valeria come tutti i brani citati nel libro siano tristi e malinconici: questo perché, secondo l’autrice, “la vita è una merda” e la sua idea di felicità è “stare sotto il palco con un cocktail in mano”.
L’antitesi a questa filosofia di vita è rappresentata dal cantante Eugenio Cesaro degli Eugenio in Via di Gioia, ospite di Valeria, estremamente ottimista e fiducioso nella vita, nonché uno dei suoi cantanti preferiti.
Nel corso degli anni l’autrice, grazie alla sua passione per i concerti, ha stretto rapporti di amicizia con molti artisti della scena musicale italiana tra cui Brunori sas, autore della prefazione del libro.
Nella presentazione di oggi la scrittrice ha inoltre menzionato la sua esperienza scolastica alle superiori che, nonostante sia stata spiacevole per certi versi, le ha permesso di scoprire il mondo della musica. Prendere parte ai concerti l’ha aiutata a non prestare attenzione al giudizio di coloro che vedono soltanto la sua disabilità e non danno importanza alle sue passioni e ai suoi interessi. Valeria ci ha fatto capire che “non serve a niente essere intelligenti agli occhi della gente”, ma, come ha ribadito anche Eugenio, “l’autenticità è l’arma più potente per contrastare l’apparenza”.
La conversazione si è poi spostata sulla copertina, illustrata da Zerocalcare che ha ritratto la scrittrice insieme alla sua cagnolina.
Per concludere la Carletti ci ha confessato il suo più grande timore: “Io ho paura di rimanere ferma come un albero; il senso dell’amore non è stare fermi ma in realtà, con le mie radici, scalpito come se non ci fosse un domani”.
Bellissimo il senso dell’amore non è restare fermi. Un messaggio molto importante per tutti noi