Un applauso “selvaggio” accoglie nel pomeriggio di sabato Daria Bignardi in Sala Rossa alla XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino: l’occasione è la presentazione de “I libri che mi hanno rovinato la vita”.
Dialoga con lei Antonio Moresco, che offre una rapida ed intima panoramica di Daria: una donna tosta, ma allo stesso tempo fragile, che fin da giovane nutre una grande passione per le emozioni che le trasmettono i personaggi della letteratura. Una scrittrice ansiosa nel suo tentativo di raggiungere il lettore con le parole bisogno che nasce da un forte sentimento di empatica.
Il romanzo di Daria , che si sviluppa attraverso flashback e apparizioni, vuole essere un libro di confessione che racconta la sua vocazione. Diversi sono quei libri che hanno “rovinato la vita” a Daria: il primo che viene evocato è “Foresta nella notte” di Djuna Barnes, criticata per il suo linguaggio ridondante e la sua morale elisabettiana.
Diverso invece il rapporto che Daria ha con Buzzati, che con “Un amore”, la folgora per il suo modo esplicito di parlare dell’eros. La lettura di questo libro è come una scossa che la porta a scoprire l’esistenza dell’amore in tutte le sue sfaccettature.