Il verde è il colore di cui conosciamo meglio le sfumature. Con questa frase Edoardo Vigna, giornalista del Corriere della Sera, caporedattore responsabile di Pianeta 2030 dedicato a sostenibilità e ambiente, ha aperto l’incontro di Venerdì 4 Ottobre che si è tenuto al cinema Apollo. L’ospite si è confrontato con Sandy Attia, architetta egiziana co-fondatrice dello studio Modus, Sandra Frank, architetta svedese fondatrice dello studio Arvet e Matilda van den Bosch, ricercatrice all’European Forest Institute.
Quest’ultima ha concentrato l’attenzione del pubblico sui vantaggi psico-fisici che gli spazi verdi possono recare all’uomo. Infatti studi svolti in ambito medico hanno dimostrato che la presenza di spazi verdi diminuisce la diffusione di patologie quali depressione, ansia e disturbi respiratori e, nei bambini, riduce la presenza di ADHD, favorisce lo sviluppo del cervello e migliora l’apprendimento.
Inoltre, studi svolti nel 2008 hanno dimostrato che la biodiversità ha un ruolo decisivo nella riduzione del divario sociale perché all’aumento del verde corrisponde una diminuzione delle disuguaglianze.
Sandra Frank ha invece raccontato al pubblico come sono nati lo studio Arvet e l’idea innovativa di utilizzare il legno, molto presente in Svezia, come materiale sostenibile per la costruzione. Lei crede nel motto Abbiamo bisogno di fare crescere le nostre città, utilizzando risorse che non danneggino l’ambiente, ma non ostacolino il progresso.
Possiamo notare questo mindset nei padiglioni completamente in legno costruiti a Nairobi per aiutare la popolazione africana, tutelando il territorio grazie all’utilizzo di materiali non inquinanti.
Un dato interessante che la Frank ha sottolineato è l’appoggio che lo stato svedese dà alle aziende pro ambiente.
In Italia al contrario, la mentalità è ben diversa, come ha ribadito chiaramente Sandy Attia che, assieme al marito, nel suo studio a Bressanone progetta strutture in legno.
La loro difficoltà, come quella di molti altri architetti, è lo scarso appoggio da parte del governo nel finanziare queste iniziative a cui, invece, viene solitamente dato un budget talmente basso da costringere gli architetti ad optare per altri materiali, spesso inquinanti.
Come sarà il futuro e quanto il legno diventerà fondamentale per l’architettura ancora non sappiamo, ma di una cosa siamo certi: il colore di cui conosciamo meglio le sfumature è il verde e per questo dobbiamo impegnarci a difenderlo e a scoprire tutte le sue nuove sfumature.