Il 18 maggio 2025 Vanessa Roghi ha presentato al Salone del libro di Torino la sua nuova opera La parola femminista (Mondadori), che racconta la storia di una ragazza cresciuta a stretto contatto con il femminismo, Vanessa, e descrive la realtà che la circonda analizzando tutte le sfumature che la parola “femminismo” può esprimere. “Ho scritto questo libro perché mi sono resa conto di aver fatto molte volte i conti con mio padre, ma non con mia madre” è la motivazione che ha spinto l’autrice a scrivere il romanzo.
Tra i temi trattati nel libro l’intellettuale, come lei stessa ama definirsi, nella conferenza ha affrontato quelli che le stanno più a cuore, facendoci capire come la parola femminismo non abbia solo un valore ideologico, ma esprima un concetto presente nella quotidianità, talvolta drammaticamente. Primo tra tutti quello dell’abuso, una violenza che lei ha subito personalmente da ragazza e che l’ha profondamente segnata, avendo provato a lungo sensi di colpa per l’accaduto. Il secondo tema è stato quello del cosiddetto piety fucking, ossia il consenso a rapporti sessuali indotto da un sentimento di “pietà” per il ragazzo con cui sei uscita o a cui ti senti in un certo senso obbligata perché, per esempio, ti ha offerto la cena. Allora ancora una volta ci stai, vai a letto con questa persona senza riuscire a provare piacere con la speranza che tutto finisca il prima possibile, semplicemente perché non sei riuscita a dire di no.
Infine, Vanessa ha voluto chiudere l’incontro parlando del tema che fra tutti le sta più a cuore: l’aborto. Un tema molto delicato, ancora oggi oggetto di dibattito: fino a buona parte del secolo scorso era una pratica illegale in Italia, mentre oggi, grazie alle lotte femministe, è possibile abortire in maniera legale e senza rischiare di morire. Legato al tema dell’aborto è il problema della contraccezione. Se ci fosse un uso corretto dei contraccettivi le donne non avrebbero bisogno di abortire, eppure capita, purtroppo molto frequentemente, che il partner non voglia usare il preservativo e pur di non perderlo si accetta di avere lo stesso un rapporto con lui.
Queste sono le battaglie che il femminismo, anche attraverso le parole di Vanessa, vuole portare avanti affinché tutte le donne imparino a dire di no.