Con il suo romanzo “Rose Royale” l’autore francese Nicolas Mathieu, ospitato oggi 17 maggio al Salone del libro di Torino, è riuscito ad affrontare due enormi temi: l’evoluzione di Rose, personaggio ambiguo e di grande profondità emotiva, coinvolta in una relazione tossica che permette lo sviluppo del secondo filone, ovvero il suo rapporto con gli uomini.
Rose, donna di cinquant’anni recentemente divorziata e con due figli, vive per automatismo, senza prospettive per il suo futuro. È una “donna di fine giornata”, così come il Royal, bar che è solita frequentare, locale senza pretese, uscito direttamente dagli anni Settanta.
Proprio in questo luogo fa un incontro inaspettato: Luke, uomo diffidente e di poche parole, che piomba una sera nel bar e che cambierà per sempre l’approccio alla vita di Rose.
In tutto il romanzo aleggia un’atmosfera di grande tensione, causata dalla pistola che è solita portare con sé. Essa simboleggia per lei un tentativo di invertire il ruolo di potere che hanno su di lei gli uomini, il cui unico obiettivo è ai suoi occhi la violenza.
Motivo di questa sua convinzione è il rapporto travagliato che ha sempre avuto con l’amore; questo però non l’ha mai fermata dall’intraprendere relazioni amorose, in virtù della paura dell’abbandono che rende tutti dipendenti dalla ricerca di questo sentimento.
Come afferma l’autore citando Roland Barthes: “L’amore è l’assunzione forte di dipendenza, e tutti ne abbiamo bisogno”.