Cronache, Salone del Libro 2024

Una domanda al volo a Francesco Costa


Micaela Di Pasquale & Jole Festini Purlan

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino (TO)

Ci appostiamo fuori dalla Sala azzurra (Padiglione 3 del Salone del Libro di Torino) aspettando che arrivi Francesco Costa, giornalista e vicedirettore del Post, a cui chiediamo al volo quale, secondo Lui, sia la relazione del pubblico con il mondo dell’informazione e come sia di conseguenza cambiata la percezione del mondo che ci circonda. Risponde dicendo che grazie (o per colpa) dei numerosissimi e diversi canali d’informazione oggi tendiamo a sentirci “bombardati” dalle notizie, motivo per cui per il pubblico diventa importante avere dei mezzi a cui affidarsi per ottenere informazioni attendibili e verificate.
L’“eccessiva” informazione, prosegue poi durante la conferenza, può portare ad un senso di disorientamento, tanto che le persone si sentono paradossalmente disinformate in un mondo in cui qualsiasi risposta è a portata di un click.

 

Nel corso dell’incontro -guidato da RifLettori, circolo di lettura del Salone del Libro- l’autore risponde alle domande circa la sua nuova pubblicazione Frontiera (Mondadori). Il libro tratta, come evoca già la copertina, dell’incrocio di culture che ha tessuto la civiltà statunitense e di quanto sia variegato questo grande Paese. La stessa struttura del libro è composita: si spazia infatti, tra i moltissimi aspetti della realtà odierna, dalle modalità con cui i media americani trattano l’informazione, fino al macroscopico ruolo che occupa questa potenza economica sul panorama globale. L’autore analizza infine come sia cambiato il rapporto tra noi e il grande Sogno americano: se una volta si trattava di partire con niente per entrare a far parte della classe media, oggi invece si parte da un tenore di vita medio-alto con l’obiettivo di toccare la vetta assoluta.

1 commento

  1. Il Post e’ un grande giornale, dove si trovano davvero le notizie e il tono della comunicazione e’ sempre adatto alla notizia che viene data. Raramente si scade nel sensazionalismo, forse mai. Quindi ben venga consultare Il Post in caso di dubbio se non lo si consulti regolarmente come abbonati o semplici scrocconi quotidiani. Non e’ un caso che campino dei loro abbonamenti. Tuttavia non e’ un giornale perfetto sotto il profilo della parita’ di genere, come mi sarei aspettata. Infatti come da copione patriacale chi lavora agli abbonamenti sono tutte donne, come chi lavora agli eventi e alle varie segreterie. Sono tutte molto sorridenti ed entusiaste, mentre le foto degli uomini che si occupano di tecnologia o scrivono articoli hanno espressioni normali senza sorriso ( per un uomo si vede non e’ obbligatorio mostrare entusiamo per lavorare al Post e vendere gli abbonamenti). Al Post purtroppo, nonostante ci sia un progresso di modernita’ per gli aspetti di stampa digitale e podcast, a livello di prodotto e media di comunicazione rispetto al passato e ai toni da storytelling, tuttavia non vi e’ equilibrio tra la parte femminile del giornale e quella maschile. Inoltre i giornalisti uomini apparentemente solidali con la questione femminista di parita’ di genere nel mondo del giornalismo non pare che razzolino ne’ predichino bene. Niente di eclatante, contro le donne, ma alcuni atteggiamenti aggressivo-passivi che strisciano a volte intorno alle buone intenzioni di essere progressisti di sinistra come area politica di riferimento. Ma la mia analisi politica e’ solo intuitiva poiche’ non mi ci sono adeguatamente applicata a fare le pulci sul suo preciso orientamento. Veniamo ai singoli giornalisti, perche’ e’ li’ che casca l’asino. Gia’ la critica della composizione che forma la struttura del giornale l’ho detta che ricalca la tradizione dove sono le donne a occuparsi di fare tornare i conti, di fare tutti quei servizi alla persona che costituiscono l’attitudine alla cura degli aspetti che favoriscono il lavoro di altri. Un ruolo che viene attribuito per natura dagli uomini alle donne, ma che viene svolto forse per dovere dalle donne, che provenienti dalle retrovie di una storia patriarcale che le voleva dedite solo alle cure della famiglia e del consorte, si muovono negli ambiti lavorativi sempre un po’ chiedendo scusa di volere un posto al sole, cosa che un uomo immagina invece gli spetti di diritto. Un altro elemento che mi ha fatto storcere il naso e’ che vi sia stato un avvicendamento del Direttore del Giornale, da Luca Sofri a Francesco Costa. Chi resta sempre nel ruolo di VIcedirettrice del giornale e’ invece una donna, Elena Zacchetti, che sta li’ da quando e’ nato il giornale. Io mi domando come mai non sia diventata lei la Direttrice del Giornale. Il Signor Costa avrebbe potuto Coodirigerlo o prendere la Vicedirezione, invece anche quest’occasione ha seguito il rito di prammatica. Che delusione. Veniamo ai singoli giornalisti come promesso. Mi riferisco in particolare a un articolo di Cultura, quello che riportava il tema sollecitato da due articoli di Selvaggia Lucarelli sull’organizzazione farlocca dei concerti nel panorama italiano di musica di alto livello e conseguente meccanismo di vendita farlocca di biglietti sottocosto, dopo avere dichiarato il sold out farlocco. Purtroppo l’articolo su Il Post non e’ firmato quindi faccio le pulci a qualcuno senza sapere se sia uomo o donna, ma e’ inifluente, poiche’ ci sono donne che obbediscono alle logiche del Patriarcato poiche’ ci sono immerse e le fanno proprie. Quindi il punto e’ questo, che all’inizio dell’articolo, la collega Selvaggia Lucarelli viene ringraziata e citata puntualmente e si dice che viene riportato testualmente il tema da lei sollevato in due articoli della sua Newsletter con I suoi ragionamenti e deduzioni, cosa che non accade ad esempio in tutti gli altri contesti dove si riprendono le notizie da lei approfondite. Di solito non le danno della collega, qualcuno la definisce, blogger, scrittrice, ma non giornalista. Quindi in questo caso il/la collega e’ corretto/a. Pero’ gia’ nel titolo io noto come si voglia invece sminuire la portata della questione: “Il segreto di Pulcinella dei finti sold-out ai concerti.” E poco piu’ in la’ nell’articolo si legge che si e’ raccolto il parere di un promoter che vuole restare anonimo per non avere ritorsioni di tipo lavorativo che dice: “La ricostruzione di Lucarelli «non è così lontana dalla realtà»… I sold out finti sono «una di quelle cose che sanno tutti gli addetti ai lavori, ma che al di fuori della bolla arriva poco», e «i biglietti che vengono praticamente regalati a banche, assicurazioni e altri sponsor sono un segreto di Pulcinella», dice.” In pratica un parere del genere, di un promoter qualunque, sminuisce il lavoro di approfondimento di una giornalista come Selvaggia Lucarelli che si e’ posta di fronte a un fenomeno che la gran parte del pubblico non conosce, nei termini di un indagine seria, poiche’ tocca le passioni e i portafogli del pubblico e ha voluto spiegare che tritacarne sia anche per gli artisti e a quanto pare, ha perso il suo tempo e anche il nostro, per dirci i segreti di Pulcinella? Io sono molto indignata per questo taglio dato all’articolo e secondo me il promoter era un uomo a cui Selvaggia Lucarelli sta sulle balle perche’ e’ una giornalista, seria, molto strutturata ( riceve minacce di morte un giorno si e l’altro pure perche’ ha fatto chiudere siti pecorecci neofascisti su telegram, per sua personale iniziativa) e di successo. Io ne ho abbastanza di vedere sminuire le inchieste che fa da parte dei colleghi/e/xyz. Temi di cui poi tutti gli altri giornali si nutrono e usano quindi come propri feed. Ma ripeto almeno il Post formalmente ha detto grazie. Mi sento invece di bacchettare il Post per un’ attitudine quantomeno di disparita’ nel trattamento dei prodotti dell’ingegno femminile rispetto a quelli maschili. Non avrebbero annacquato il lavoro di un pennuto autorevole maschio, sgonfiando la notizia porta. Sono molto, ma molto, ma molto indignata, perche’ io amo il Post e anche Selvaggia Lucarelli. Spero che almeno questa critica sia presa con il giusto peso e che nel Post si cominci un percorso di scompaginazione della mentalita’ patriarcale, laddove non te l’aspetti. Grazie.

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