La mostra allestita da Medici Senza Frontiere in piazza Trento e Trieste durante i giorni del Festival di Internazionale racconta, attraverso un percorso immersivo, simulazioni e attività pratiche e le sfide che i volontari di MSF devono affrontare ogni giorno per salvare vite.
L’associazione nasce il 1971 per portare soccorso sanitario e umanitario durante le emergenze e ovunque non sia possibile l’accesso alle cure. I principi su cui si basano le loro missioni sono l’essere indipendenti, neutrali e imparziali. Il primo di questi è fornire assistenza indipendentemente da interessi politici, economici o religiosi; l’indipendenza d’azione di MSF è possibile grazie all’indipendenza economica raggiunta attraverso le donazioni dei privati. Il secondo principio si spiega dando priorità a coloro che sono più in difficoltà, non facendo differenze in base al paese di provenienza, alla loro religione e al loro orientamento politico. Il terzo, invece, è non schierarsi né da una parte né dall’altra all’interno di un conflitto, e le armi devono sono bandite dagli ospedali di MSF.
La mostra è stata installata da Alice Pasquini con il nome Not a Target, ed è dedicato a tutti coloro che sono vittime di soprusi odierni. L’obiettivo della rassegna è quello di denunciare la disumanità della guerra e ricordare che le prime vittime dei conflitti sono i civili.
L’installazione è composta da cinque cartonati, ognuno con la propria descrizione, che rappresentano cinque diversi avvenimenti accaduti in parti differenti del mondo. Uno degli impianti più commoventi, raffigura una donna di nome Josephine e sua figlia Hope nel loro rifugio a Rho, Repubblica democratica del Congo. La scena raffigura la madre che protegge la figlia tra le sue gambe e la descrizione ci mette al corrente del loro tragico destino.
Attraverso la sua arte, Alice Pasquini riesce a raccontare tragedie in maniera toccante e attuale.