«Ernesto è venuto a mancare lo scorso settembre, e questo libro è davvero un libro testamentario, un suo lascito: per tutti quelli che sapevano della malattia lo stesso titolo evoca il concetto “Sono stato, e presto non sarò più”».
Così viene presentato il libro di Ernesto Franco dal titolo “Sono Stato”. A presentarlo, nella Sala Blu del Salone Internazionale del Libro di Torino, sono Mauro Bersani, Massimo Cacciari e Franco Moretti.
Il libro è un’autobiografia che esplora, tra realtà e fantasia, una serie di episodi della vita giovanile dell’autore, una serie di avventure vissute tra i dieci e i vent’anni, un’età in cui ancora non è il lavoro a definire una persona. E Franco sembra voler trasmettere proprio questo. Sono, infatti, presenti una serie di episodi che non hanno niente a che fare con quello che ha fatto nella vita, una testimonianza dell’essere vivi ancor prima di diventare lo scrittore che tutti conoscono.
Si tratta di avvenimenti fuori dalla norma, una serie di esperienze che difficilmente capitano a tutti noi, sinonimo di un “vissuto estremistico”: un giro in motorino per Genova dopo aver fatto l’amore per la prima volta, regalare dell’hashish a propria madre per Natale, sparare ad una giostra. Sono episodi unici nel loro genere, ma caratterizzati da una certa ricorrenza. Sono esperienze che durano per qualche settimana, qualche mese, un’intera estate. E ancora, avvenimenti che si ripetono dopo molti anni in maniera simile alla prima volta.
Il libro, spesso fortemente autoironico, presenta sicuramente una certa leggerezza, ma questa non intacca la possibilità di trarre dalla sua lettura riflessioni profonde sul vissuto umano.
Livia Padoani, Liceo Scientifico M. Grigoletti di Pordenone