Torino , come ormai ogni anno dal 2006, accoglie il progetto “Portici di carta”, una delle grandi manifestazioni letterarie che quest’anno si è svolta tra il 12 e il 13 di ottobre. Oggi, 13 ottobre 2024, si è percorso uno stimolante itinerario letterario che ci ha permesso di visitare il quartiere di Vanchiglia.
Durante il percorso, la guida ha condiviso con il nostro gruppo numerose curiosità interessanti: per esempio, sapevate che il termine “Vanchiglia” deriva da “giunchiglia”, cioè dall’unione delle parole giunco e vinco, antico nome del salice? Oppure che il nome del famoso scrittore Salgari deriva dal vocabolo del dialetto veneto salgàr, che significa “salice”?
Passeggiando per Torino, oltre a scoprire inedite peculiarità della città, come la targa in onore di Eugenia Barruero, nota come la “maestrina dalla penna rossa”, personaggio del romanzo Cuore di Edmondo De Amicis, siamo venuti a conoscenza del rapporto tra il capoluogo piemontese e numerosi scrittori: tra questi, troviamo Italo Calvino. Non tutti sanno infatti che egli, da Sanremo, venne ad abitare nella zona di Porta Nuova negli anni ’60, per poi spostarsi sulla riva del Po, fiume a lui molto caro, tanto che dedicò ad esso un’intera opera, i Giovani del Po. Qui, i due protagonisti rappresentano due alter ego dell’autore: uno, infatti, viene dalla Liguria, l’altro da Torino.
Anche dal punto di vista della musica, la città è stata rifugio di grandi artisti: stiamo parlando del famoso trio Lescano (cognome italianizzato di Leschan), composto dalle tre sorelle di origine ungaro-olandese Alessandra, Caterinetta e Giuditta Lescano. Il loro successo farebbe presupporre uno stile di vita agiato e lussuoso, ma in realtà non lo era affatto: le tre, infatti, abitavano in una piccola casa affittata dall’impresario Carlo Prato, e non ricevevano neanche un grande compenso, poiché la maggior parte del denaro veniva trattenuta dalla loro casa discografica.
In seguito -ultima tappa del nostro itinerario- siamo giunti sotto la Mole Antonelliana, molto amata dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, che scrisse l’opera Ecce homo proprio nei dintorni. Sappiamo che rimase ammaliato dalla bellezza sabauda, arrivando a definire la città come dignitosa e severa, non una metropoli ma una residenza del XVII secolo. Torino fu però anche il luogo in cui impazzì, e per questo fu ricoverato in una clinica in Germania.
Per concludere, riteniamo che questo viaggio alla scoperta dei segreti della città sia stato per noi un arricchimento culturale, e invitiamo i lettori a visitare la dignitosa e severa Torino, che merita di essere conosciuta a fondo.