Cronache, Salone del Libro 2023

Scrivere un libro “attraverso lo specchio”


Chiara Rodella, Alessia Ferraris

Liceo Alfieri - Torino

“I libri sono dei punti di convergenza fra persone molto diverse nel tempo, nello spazio, nei costumi”.

Simonetta Sciandivasci, giornalista de <<La Stampa>> modera l’incontro di sabato 20 maggio con ospiti le scrittrici Stefania Auci (I leoni di Sicilia), Francesca Giannone (La portalettere) e Alessandra Selmi (Al di qua del fiume). 

Attraversare lo specchio: il tema di questa edizione del Salone del Libro ma anche l’attività che ogni autore compie.  “Quando scrivo mi ritrovo in un mondo che è soltanto mio: è bello condividerlo ma finché nessuno lo legge si è da soli con se stessi. Poi il romanzo parlerà ad ognuno diversamente” commenta Selmi. Il romanzo storico, che accomuna tutte e tre le scrittrici, ha per loro una carica di coinvolgimento unica: “Quando si tratta di tempi storici non troppo lontani, quella storia raccontata attinge alle radici che ci danno i natali”. 

“Io non posso dire di aver attraversato lo specchio: non mi sono immersa completamente nella realtà della mia fantasia” confessa Stefania Auci, spiegando come lei cerchi sempre, scrivendo,  di mantenere un certo distacco dalle situazioni descritte. “Mi pongo nell’ottica dello spettatore che guarda le vite degli altri, senza parteciparvi nè giudicandole”. L’assenza di giudizio da parte dello scrittore è  fondamentale perché i lettori possano farsi un’idea indipendente sulla storia e chi la anima. 

Personaggi e autori: un rapporto che può assumere tante forme diverse in base alla sensibilità dello scrittore. E’ un altro tema cardine dell’incontro, introdotto da Scandivasci che cita Alessandro Baricco: “Essere degli scrittori è come essere Dio: crei e ti infili dappertutto”. 

“Quando scrivo, la prima cosa che faccio è fare un dettagliatissimo profilo psicologico dei miei personaggi” interviene Giannone. Quando sono ormai così chiari da essere visti nelle proprie azioni, arriva il momento della scrittura vera e propria. Se si tratta di personaggi storici, però, la prospettiva cambia. “Il problema è dare un’anima romanzesca a queste figure” spiega Selmi. Bisogna trovare il giusto equilibrio fra intrattenimento e verità storica, perché non risulti insensato che un personaggio si comporti in un certo modo. 

“Dialogo con i miei personaggi perché mi suggeriscono loro la propria storia” spiega Auci. La loro conoscenza è fondamentale per sapere cosa faranno e cosa non. “Trovo rassicurante che ci sia, mentre scrivo, un percorso prestabilito su cui io posso incidere poco”. 

Testimoniando tre diverse sensibilità di scrittura, le autrici rendono giustizia al percorso di introspezione necessario a partorire dalla propria immaginazione storie e personaggi. 

 

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