Cronache, Mi prendo il mondo 2025

Questa é una maratona ma tu non sai quanto dura…


Isabella Gualerzi

Direzione Futura - Parma

«questa é una maratona ma tu non sai quanto dura, devi solo badare a non perdere il fiato »

Paola Peduzzi, vicedirettrice de “Il Foglio”, si occupa di politica internazionale e europea, ha iniziato così l’incontro con Annalena Benini, direttrice del settore editoriale del Salone del Libro di Torino e Barbara Stefanelli,  giornalista e vicedirettrice vicario  del Corriere della Sera. Abbiamo avuto l’onore di ascoltare le parole di Cecilia Sala, ora inviata a Kiev, che ci hanno fatto capire la sua forza nel ritornare subito al lavoro dopo pochissimi giorni dalla liberazione dal carcere di Evin. Della situazione di Cecilia ha trattato la prima parte dell’incontro, Paola Peduzzi ha affrontato questa situazione in prima persona poiché Cecilia è giornalista per “Il Foglio” , in particolare lei insieme a Paola si occupano di politica estera. Ci ha ammesso che fin dal primo momento è stata una situazione estremamente difficile, non sapeva come comportarsi sia con Cecilia che con le autorità. Ha ringraziato molto i suoi colleghi giornalisti di oltre oceano che l’hanno supportata e accompagnata in questo momento difficile. In particolare le hanno dato un compito che mi ha colpito: “non perdere il fiato”, perché sí, in queste situazioni ci si sente soffocati, non si riesce più nemmeno a respirare dall’ansia, dalla paura, dall’angoscia, da quell’insieme grandissimo di sentimenti che si provano tutti insieme. Ha, inoltre, confessato che dopo una decina di giorni non è più riuscita a mantenere il fiato controllato e i suoi compagni l’hanno nuovamente aiutata con un altro consiglio: “devi costruire un muro”. Per diversi giorni non è riuscita a capire che cosa volesse dire costruire un muro, le hanno detto: «devi decidere da che parte stare, se fai parte del gruppo news o del gruppo campagna per la liberazione di Cecilia Sala». A quel punto invece non ha avuto dubbi su cosa scegliere, lei voleva essere parte della campagna per la liberazione di Cecilia Sala. Grazie al loro impegno e alla loro costanza nel non far scendere il silenzio su questa questione e grazie al dialogo con le istituzioni sono riusciti  a riportare a casa la nostra cara Cecilia. 

«Ci sono degli spazi conquistati che vanno difesi perché non si torni indietro alle scatole azzurre e rosa»

Barbara Stefanelli ha concluso così il racconto della sua cara amica e collega Maria Grazie Cutuli, vittima di terrorismo in Afghanistan, inviata dal Corriere della Sera appena dopo la caduta del regime terroristico nel 2001. «La morte di Maria Grazia in quel modo mi ha chiamato a un impegno per i giovani giornalisti, scavare dello spazio intorno a loro e farli sognare, non soffocarli per il fatto che i colleghi più anziani sono più esperti» attraverso queste bellissime parole Barbara ha collegato l’altra domanda fondamentale del nostro incontro: “come è cambiato il mestiere del giornalista da quando hai cominciato ad oggi ?”. Un importante concetto su cui lei si è soffermata, è il cambiamento avvenuto proprio nella visione del giornalista come professione; giornalista non è più solo chi scrive un articolo o raccoglie informazioni, ma anche chi si occupa anche della parte social, è un insieme di professioni che prima erano ricoperte da specialisti. Secondo lei un giornalista è anche un “attivista”, poiché portare le informazioni corrette e verificate è già un impegno che ricade nel lavoro dell’ attivismo. 

 Peduzzi ha utilizzato un’altra frase molto significativa: «il giornalista è un mestiere che tiene insieme tutti gli strumenti con cui facciamo informazione», anche esso sottolinea come ormai chi fa questo mestiere non si limita a scrivere un articolo ma a ricoprire tanti ruoli diversi mirati a raccogliere e divulgare le informazioni in modo corretto e completo. 

Infine, come ci ha tenuto a sottolineare Barbara, all’interno di questa professione ci sono degli spazi che sono stati guadagnati negli anni e ora spetta a noi ragazzi che vogliamo prenderci il mondo non tornare a quelle,difficili da superare, scatole rosa e azzurre. 

 

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