Lo scrittore Toshikazu Kawaguchi, autore della trilogia iniziata con il romanzo Finché il caffè è caldo (Garzanti), grande successo in tutto il mondo e sopratutto in Italia, è stato intervistato da Annachiara Sacchi in Sala Azzurra. L’autore è riuscito a esprimere tutto il suo amore per queste storie e a far appassionare anche chi lo conosceva per la prima volta.
L’intera trilogia è ambientata in un caffè del Giappone dal nome familiare per i lettori italiani. A Funiculì Funicolà l’unica regola, ripetuta molto spesso nei romanzi, è quella di finire il caffè prima che questo si raffreddi; i frequentatori del locale devono affrontare le loro vite passate colme di rimpianti. Il rimpianto è infatti uno degli elementi più cari all’autore, il quale ammette di averne affrontati numerosi; i suoi romanzi quindi si presentano come una sorta di conforto, nel quale vengono forniti degli esempi su come affrontare e lasciare dietro di sè le difficoltà della vita.
Un altro elemento caratteristico dei romanzi è la forte presenza della famiglia: essa è il perno attorno a cui gira la storia perché lo scrittore, che ha perso il padre all’età di soli dodici anni, ha compreso come essa sia fondamentale nello sviluppo e nella crescita di una persona.
Come si può capire, la vita personale dello scrittore è molto presente all’interno dei suoi libri e soprattutto nel secondo di questi: Toshikazu ha avuto da giovane una vita difficile, piena di ostacoli, non ultimi numerosi debiti, e ha cercato di creare un personaggio che lo potesse rappresentare a pieno; per far ciò si è buttato a capofitto nella scrittura, fino ad arrivare a piangere a causa dello stretto legame con il personaggio.
Legami familiari e rimpianti sono tematiche che spesso hanno affollato la mente delle persone durante i lunghi mesi di pandemia e di isolamento nelle proprie abitazioni, periodo in cui i libri di Kawaguchi hanno confortato e toccato i cuori dei suoi lettori, che sono notevolmente cresciuti di numero. La grande fama e le opprimenti aspettative che l’autore stesso metteva su di sé lo hanno portato a un severo blocco dello scrittore, durato addirittura tre anni. L’unica soluzione è stata quella di ritornare alle origini della storia, cominciando pian piano a colmare i vuoti temporali tra un libro e l’altro.
In sala Kawaguchi è stato accolto con calore e affetto, come una vera e propria rockstar, e con altrettanto affetto si è augurato di continuare ad avere il sostegno del suo pubblico anche nella pubblicazione del quarto libro, che è già uscito in Giappone e che qui aspettiamo con trepidazione.