La metamorfosi dell’indifferenza

Del romanzo Sostiene Pereira ci ha particolarmente colpito l’importante evoluzione psicologica che coinvolge in protagonista nel corso della storia. In origine, Pereira è ritratto come un uomo di mezza età, solitario e distaccato, che lavora come redattore della sezione culturale di un giornale portoghese durante il regime di Salazar negli anni ’30. Accade però che Pereira stabilisca quasi casualmente un contatto con un giovane giornalista, Monteiro Rossi, che introduce gradualmente Pereira nel mondo dell’attivismo politico e nella realtà dei tempi difficili in cui si trova. L’incontro si traduce in un ripensamento per Pereira, che si ritrova coinvolto in questioni politiche e morali che mettono in discussione le sue convinzioni e atteggiamenti negativi. Pereira quindi passa dall’essere un personaggio piano e indifferente a una persona che comprende  la necessità di prendere posizione e agire per il bene comune. 

La sua evoluzione psicologica si riflette nel suo crescente coinvolgimento nella lotta contro i regimi autoritari e nella tutela dei diritti umani, nonostante i rischi personali che ciò comporta.

Questo cambiamento si riflette nel suo rapporto con la ragazza di Monteiro Rossi, Marta, con la quale Pereira sviluppa un profondo legame affettivo. La presenza di Marta nella sua vita diventa un punto di svolta, poiché la donna incarna la speranza, l’energia e il desiderio di cambiamento, spingendolo a superare le sue paure e ad agire.

L’evoluzione psicologica di Pereira nel romanzo rappresenta un passaggio dalla passività e dalla rassegnazione all’attivismo e alla lotta per la giustizia. Il personaggio attraversa un percorso di autoriflessione, dove mette in discussione le sue convinzioni e i suoi limiti personali, per poi sviluppare una visione più coraggiosa e determinata per il mondo che lo circonda.

La frase più significativa, che ci porteremo dentro di questo romanzo è “forse c’è un io egemone che sta prendendo la guida della confederazione delle sue anime”.