Una cosa che ti ha colpito
Mi ha colpito come sia facile ritrovarsi nella descrizione di una città apparentemente semplice ed innocua.
Un’altra cosa che ti ha colpito
Trovo affascinante la figura del narratore: oggettivo, distaccato dalla società ed ambiguo, riesce a descrivere gli avvenimenti con semplicità e rende il tutto molto scorrevole.
Una frase del libro da conservare
“A questo punto si converrà che nulla poteva far prevedere ai nostri concittadini gli incidenti che si produssero nella primavera di quell’anno e che furono, lo capimmo in seguito, come primi segnali della serie di gravi fatti di cui intendiamo fare la cronaca.”
Con la classe ho iniziato a leggere questo libro, soffermando l’attenzione soprattutto nella prima pagina.
Il narratore è un abitante staccato dalla società che presenta gli avvenimenti da un punto di vista oggettivo e quasi si difende dall’aver scelto un “posto comunissimo” come Orano.
Mi sono ritrovata molto nella prima descrizione di questa città, così frenetica e assente, insomma, una vera e propria città moderna occidentale.
La dimensione sociale è strettamente paragonabile a quella del 2021 ed ho apprezzato le riflessioni sul tema dell’abitudine: in un paese così monotono, persino i sentimenti più profondi diventano abitudine.
Queste prime pagine mi hanno portata a pensare sul vero significato di società e di vita.
Sono curiosa di continuare la lettura per scoprire se mi ritrovo veramente in questo racconto e per vivere una pandemia da un punto di vista completamente diverso ma, allo stesso tempo, simile a quello attuale.