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Tabucchi in questo romanzo ci regala uno spaccato di realtà di ieri, ma attuale oggi più che mai. Basta ascoltare i mass-media per renderci conto di come in molti stati del mondo si preferisca far prevalere le ragioni della censura, per convenienza e per svariati motivi personali.
Pereira è un uomo cauto e inquieto e, osservando questo personaggio, mi rendo conto di quanto per lui sia stato difficile non poter stare dalla parte giusta della storia, non poter dar voce ai soprusi e alle menzogne
del regime. S.
Pereira è un uomo pieno di dubbi e paure e di tutti quei meccanismi mentali che fanno parte di ognuno di noi. Pereira ad un certo punto della sua vita inciampa nel mondo rivoluzionario di Monteiro Rossi e, anche se il protagonista non lo dice, ammira questo giovane, in cuor suo vorrebbe essere come lui e lo sostiene anche se sembra di non volere.
L’incontro con Monteiro Rossi risveglia nel protagonista una coscienza intellettuale impegnata, che non aveva ancora avuto il coraggio di tirare fuori. L’entusiasmo di Monteiro Rossi trascina e sconvolge la monotona esistenza di Pereira e gli impedisce di rimanere codardo nell’anima. Pereira, che si sentiva quasi come morto, attraverso questo giovane sembra essere vivo come non mai e si sente un uomo libero. A.
Monteiro Rossi era l’opposto di quello che Pereira rappresentava. Quest’ultimo si affezionò al giovane, nonostante l’apparente distanza fra i due. Forse nel giovane scapestrato vedeva un possibile figlio mai avuto. Grazie a lui si risvegliò nel protagonista la voglia di vivere e di rialzare la testa di fronte alle iniquità ed ingiustizie perpetrate dal regime di Salazar. R.
Vedovo, senza figli, Pereira era un po’ malconcio fisicamente ed era ossessionato dalla resurrezione della carne, poiché viveva in un fisico che non gradiva. Era un uomo di poco coraggio, che viveva in solitudine al punto da parlare spesso con il ritratto della moglie. G.
