Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Perché leggere il romanzo “Il corpo” di Stephen King?


Margherita Tracanzan IIETE

Istituto Tecnico Boscardin - Vicenza

Nome Scuola

Istituto Tecnico Boscardin

Città Scuola

Vicenza

Perché leggere il romanzo “Il corpo” di Stephen King? Questa è una domanda più che legittima: d’altronde cosa potrebbe avere di diverso dagli altri libri? 

Personalmente credo che uno dei principali caratteri che definisce questo romanzo di formazione -da considerarsi tale per la sua particolare enfatizzazione dell’aspetto di crescita personale dei personaggi- sia la sua attualità. Possiamo infatti rivederci, chi più o chi meno, nei ragazzi che animano questo racconto. Certamente le prove che oggi un adolescente deve superare non sono proprio le stesse del libro, ed è da considerare anche il contesto storico: attualmente la libertà e l’indipendenza di cui disponevano i ragazzi è molto diminuita, sia a causa dello sviluppo urbano che nasconde più insidie delle campagne del libro, sia perché oggi di solito i genitori monitorano notevolmente di più i figli, proprio a causa dell’aumento dei pericoli del mondo moderno. Oltretutto i genitori dei personaggi del romanzo non sono proprio quelli che si definirebbero “ideali”: le loro famiglie sono infatti emarginate e gravate di vari problemi e difficoltà. Ma anche considerato ciò, penso che il principio di fondo delle “prove di vita” a cui sono sottoposti i quattro ragazzi (dimostrare di essere forti, di sapersi muovere da soli e riuscire ad imparare a farlo davvero) sia il medesimo. Ne “Il corpo”, i ragazzi di fatto si trovano dinanzi a una sola vera e propria prova fisica: la ricerca di un corpo morto. Tuttavia stupisce la moltitudine di prove interiori che essa li costringerà ad affrontare, simili a quelle che devono superare gli adolescenti oggi. Ognuno dei personaggi ha infatti i propri traumi e le proprie difficoltà. Teddy, per esempio, non riesce ad ammettere che suo padre sia tornato dalla guerra gravemente debilitato psicologicamente e si ostina a volergli bene in un modo quasi ossessivo, nonostante egli abbia cercato di ucciderlo. Questo fa riflettere molto sulla difficoltà che si può avere ad accettare la realtà e sul fatto che, sebbene si riesca a nasconderla, basti un piccolo urto per far crollare il guscio protettivo costruito con tanta dedizione (come accade allo stesso Teddy nell’incontro con Milo, il custode della discarica, il quale brutalmente gli fa notare che suo padre è pazzo provocando una sua forte reazione). 

Un altro degli aspetti principali -tipico, tra l’altro, dei romanzi di formazione-, è il continuo cercare da parte dei personaggi di essere i più “duri”, quelli che non hanno paura di niente, anche se di paure, poi, ne hanno più di tutti. Questo è comune anche oggi: gli adolescenti cercano spesso di apparire diversi da quello che sono, ma lo fanno solo perché cercano un modo per affrontare le emozioni che nessuno insegna loro a governare, dato che sono quelle che si imparano sulla propria pelle; oppure lo fanno per cercare di diminuire il peso dei propri problemi, rifiutandosi di accettarne l’esistenza piuttosto che lavorarci e comprenderli. Quello che appare come il pensiero comune dei personaggi del libro e degli adolescenti di oggi è che bisogna essere forti abbastanza da non farsi schiacciare, ma non troppo perché non si vuole essere quelli che schiacciano gli altri. Bisogna nascondere a tutti le piccole crepe che si diramano in noi e decidere bene a chi invece lasciarle vedere, perché se poi si sbaglia a scegliere, le crepe si aprono in voragini. 

Mi sentirei quindi di affermare che “Il corpo” di King vale la lettura perché ci permette di porre una distanza per riflettere meglio (come fa Gordie quando scrive) su quella che è la realtà senza tempo in termini di emozioni e “prove di crescita” che caratterizzano la vita di tutti i ragazzi.

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