Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

L’oro


Francesco Vio

Liceo Vermigli - Zurigo

Nome Scuola

Liceo Vermigli

Città Scuola

Zurigo

Il Corpo fra ritrovamenti e riscritture

Era cominciato tutto il 5 maggio 2015, ero in compagnia di Johnny, Thomas e Michael nella solita casetta sul fiume che avevamo costruito: ci avevamo impiegato circa cinque mesi per costruirla e ci passavamo quasi tutti i pomeriggi quando eravamo annoiati o non avevamo niente da fare; venivamo tutti da famiglie povere e per questo non avevamo i cellulari per accordarci, ci fidavamo solo del nostro istinto, quello che ci avrebbe portato ad una grande scoperta. 

Era un pomeriggio caldo e torrido ad Albany e noi ce ne stavamo lì a parlare e a discutere di cose fra maschi fin quando a tutti noi non è venuta voglia di andare a fare una camminata nella sponda est del fiume; era un posto che avevamo visitato poche volte per via delle recinzioni poste a circa tre chilometri dalla nostra casetta, dietro quelle recinzioni c’era una foresta tetra e cupa che incuteva timore solo a osservarla ma noi spavaldi e coraggiosi riuscimmo a scavalcare le recinzioni e ad entrare nella foresta. 

Nelle prime ore non riscontrammo nessun problema a parte l’erba alta e l’orientamento ma, fidandoci del nostro istinto, ci sembrava che la strada fino ad ora percorsa fosse quella giusta e per qualche miracolo divino gran parte di essa fu corretta. Il primo problema che trovammo fu un bivio ma noi escogitammo un piano: Thomas e Michael sarebbero andati in quello di sinistra per controllare se effettivamente portasse da qualche parte, mentre io e Johnny li avremmo aspettati dal loro punto di partenza. 

Le ore passarono e quei due non erano ancora tornati, ansiosi io e Johnny iniziammo a fare brutti pensieri su quale sarebbe stata la nostra fine: mangiati da qualche animale errante della foresta, oppure perderci completamente in quel bosco e non tornare piú a casa, l’ansia ci stava divorando ma, grazie a Dio, nel momento piú critico vidi la figura di Thomas tornare con Michael sulle spalle. Ci spiegò che Michael era scivolato da un dirupo e si era rotto sia la gamba sia la caviglia, fortunatamente nello zaino avevo qualche benda e lo fasciai con cura, inoltre mi riferirono che la strada non portava ad altro che ad una piccola cascata, in poche parole perdemmo solo tempo, ma la voglia di scoprire totalmente la foresta si fece sempre più forte e prendemmo l’altro sentiero. 

Ci mettemmo un bel po’ di tempo a percorrerlo, alla fine c’era una grotta ancora più cupa della foresta circostante. Senza pensarci due volte entrammo, mentre stavo osservando le pareti della grotta sentì un urlo, la voce: era di Johnny ma quell’urlo rappresentava un sentimento di gioia, non di paura; passarono pochi secondi e sentimmo gridare:”É ORO!!!”, non passò neppure un nano secondo che ci fiondammo su di lui correndo, controllammo se quello che aveva detto era vero ed era proprio cosí, era veramente oro!

Uscimmo con un quarto del mio zaino pieno di oro e, quando tornai a casa, non potete capire la faccia dei miei genitori, si misero a piangere tra le mie braccia, il giorno seguente presi il mio zaino e andai da un compra oro per prendere la nostra somma di denaro: eravamo finalmente riusciti a cambiare le nostre vite.  

 

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