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L’opera di Albert Camus “La peste” narra le vicende di una città algerina, Orano, improvvisamente colpita da una malattia estremamente contagiosa, che causa l’isolamento della città e la messa in atto di dure misure di prevenzione per la sicurezza dei cittadini. Il narratore e protagonista è un medico, Rieux, che descrive l’andamento dell’epidemia attraverso il suo punto di vista. Sono rimasta estremamente colpita dal tono profetico dell’autore e dalle somiglianze con gli avvenimenti vissuti e le sensazioni provate dalla nostra società a distanza di decenni. Camus ci insegna che la natura umana non cambia mai e di fronte alla paura e all’incertezza ci aggrappiamo agli affetti più vicini, alle piccole cose della routine in cerca di normalità, reagendo allo stesso modo al dolore e alla perdita, alla limitazione della libertà. Penso che la pandemia, così come la peste di Camus, ci insegni a cercare la felicità nelle piccole cose, ad apprezzare e vivere appieno ogni momento di spensieratezza.