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Alla fine di un’estate che profuma di malinconia e sogni infranti, Gordie e i suoi tre migliori amici decidono di intraprendere un viaggio che cambierà per sempre le loro vite. Non si tratta di una semplice avventura: è la corsa verso la fine dell’innocenza, la ricerca di un corpo scomparso e, forse, anche di loro stessi.
Spinti dal bisogno di dimostrare qualcosa al mondo, o forse solo a se stessi, camminano lungo i binari della ferrovia, inconsapevoli che ogni passo li allontana un po’ di più dall’infanzia. La strada è lunga, piena di ostacoli, fatica e paura. Ma è lì che nasce il coraggio vero.
Stephen King, conosciuto soprattutto per l’horror, qui mostra un volto più intimo e malinconico, capace di raccontare l’adolescenza con una delicatezza sorprendente.
È utile leggerlo perché parla di crescita, amicizia e del momento in cui si perde l’innocenza, temi che ogni ragazzo può riconoscere come propri. La scrittura di King ha un potere raro: riesce a farci vedere la realtà attraverso gli occhi dei suoi personaggi, facendoci provare le loro emozioni più vere. Non è solo un racconto di formazione, ma un ritratto sincero dell’anima umana
“Il corpo ci insegna che crescere non significa solo diventare grandi, ma imparare a convivere con le cicatrici invisibili che ogni esperienza ci lascia dentro.”