Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Il corpo e l’anima dell’adolescenza


3CLSO

Fermi-Brutium - Cosenza

Nome Scuola

Fermi-Brutium

Città Scuola

Cosenza

Quando abbiamo voltato l’ultima pagina de “Il corpo”, in classe si è fatto un silenzio denso, come se il respiro di ognuno fosse rimasto intrappolato tra le righe del racconto. Stephen King, lontano dalle atmosfere da incubo cui siamo abituati, ci conduce in un’estate di inesauste scoperte: Gordie, Chris, Teddy e Vern, quattro ragazzi di poco più di dodici anni, sfidano le proprie paure inseguendo un cadavere lungo vecchie rotaie arrugginite. Ma la vera sfida non è trovare quel corpo, bensì fare i conti con il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.

Ci siamo immaginati sotto il sole cocente della piccola cittadina del Maine: ogni pietra sul sentiero, ogni ramo spezzato sotto i nostri passi racconta storie di risate, lacrime e battaglie interiori. Gordie, con la voce rotta dall’ansia di essere dimenticato dopo la tragedia che ha colpito la sua famiglia, ci ha ricordato quanto sia crudo il bisogno di sentirsi ancora vivi agli occhi di chi ci sta intorno. Chris, invece, combatte un’etichetta che non gli appartiene, dimostrando con ogni gesto che il valore di un amico non si misura con la forza fisica, ma con la lealtà mostrata nei momenti più difficili.

Non possiamo dimenticare il ponte metallico oscillante, cuore pulsante del racconto: abbiamo trattenuto il fiato insieme a loro, calcolando mentalmente la tensione dei cavi e la deformazione delle travi, ricordando le nozioni di fisica che studiamo in classe. Quel passaggio, pericoloso e incontrollabile, diventa metafora perfetta dell’adolescenza, un territorio instabile in cui basta un passo falso per far tremare la fiducia in se stessi.

Le nostre risate si sono mescolate al brivido quando i ragazzi condividono storie grottesche e imbarazzanti, cercando di stemperare il terrore con battute che suonano fin troppo familiari. E poi c’è il tappeto di foglie secche e aghi di pino ai margini del bosco, dove il silenzio era talmente profondo da sembrare un’urla sopita. In quel momento, King non ha bisogno di fantasmi: la tensione nasce dall’ordinario, dal contrasto tra l’ingenuità dei ragazzi e la brutalità del corpo che giace immobile.

Alla fine, tornati in aula, abbiamo portato con noi uno strano senso di gratitudine. Gratitudine per la leggerezza di quegli anni e per gli amici che ci accompagnano oggi, proprio come Gordie e compagni. Questo racconto ci ha insegnato che la crescita è un equilibrio fragile tra coraggio e fragilità, e che l’amicizia vera è quella che sopravvive al peso di ogni verità, per quanto scomoda.

È un’opera che, pur priva di demoni o creature soprannaturali, ci ha lasciato senza fiato: perché la cosa più spaventosa non è ciò che vediamo nel buio, ma ciò che scopriamo di noi stessi quando ci guardiamo allo specchio.

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