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Una cosa che ti ha colpito: Mi ha colpito la forza dei legami tra i quattro ragazzi e la maniera in cui King riesce a rendere così autentici i ricordi dell’infanzia, con tutte le sue paure, le le prime vere scoperte del mondo e quella nostalgia un po’ amara di qualcosa che non tornerà. Con una narrazione che lascia il segno e che ti entra dentro.
Una frase del libro da conservare: “Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha?”. Una frase semplice, ma che racchiude tutta la malinconia del passaggio all’età adulta.
Se questo libro fosse una canzone: Sarebbe “The River” di Bruce Springsteen — un pezzo che parla di crescita, di sogni infranti e di ricordi che restano attaccati addosso per sempre.
Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche: Si guarda “Stand by Me – Ricordo di un’estate”, il film tratto proprio da questo racconto. E se si vuole restare in tema “King & adolescenza” consiglio “It”, perché le parti ambientate durante l’infanzia dei protagonisti offrono lo stesso mix di avventura, amicizia e orrore che lascia il segno, con il tratto e lo stile che contraddistingue i libri di King.
