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Città Scuola
Bologna, Lorenzo Gnudi
Gordon Lachanche, Castle Rock, Maine, USA
24 settembre 2025
Caro Gordie,
ti scrivo perché la tua storia mi ha colpito profondamente. Leggendo “Il corpo” ho vissuto insieme a te e ai tuoi amici l’avventura intensa e malinconica di quell’estate in cui siete partiti alla ricerca del corpo di un vostro coetaneo di nome Ray Brower. Più che un viaggio tra i boschi del Maine, il vostro è stato un percorso di profonda crescita personale, un momento in cui l’infanzia ha iniziato a lasciare il passo all’età adulta. Quello che mi è piaciuto di più del tuo personaggio è la tua sensibilità e il tuo modo di osservare il mondo. Non sei solo un ragazzino in cerca di emozioni forti; sei un narratore attento e capace di cogliere le sfumature della vita, soprattutto quelle più dolorose. Mi ha colpito, ad esempio, il modo in cui parli di tuo fratello Dennis e dell’indifferenza dei tuoi genitori dopo la sua morte. Inoltre la tua solitudine è raccontata con estrema sincerità, tanto che il lettore riesce quasi ad immedesimarsi in te. Anche la tua amicizia con Chris è uno dei punti forti della storia; il modo in cui vi capite, vi proteggete, vi sostenete, è qualcosa di raro e prezioso. La scena in cui Chris ti confida il suo sogno di una vita diversa, lontana dalla cattiva gente che lo circonda, è stata una tra le più toccanti del libro. Tuttavia, devo ammettere che ci sono state alcune parti della narrazione che mi sono piaciute di meno. In certi momenti, il ritmo della storia rallenta molto, e alcune diversioni sembrano togliere intensità al viaggio principale. Ad esempio, i racconti scritti da te, inseriti nella narrazione (come quello del ragazzo che si vendica mangiando crostate), seppur interessanti per comprendere meglio la tua personalità, a volte sembrano distogliere l’attenzione dalla trama centrale. Inoltre, il finale lascia un certo senso di amarezza: sapere che col tempo ti sei allontanato da tutti loro, soprattutto dopo la tragica morte di Chris, fa riflettere su quanto le esperienze dell’infanzia, per quanto intense, possano svanire col passare del tempo. In conclusione, “Il corpo” è stato un libro che mi ha lasciato molto. È un racconto sull’amicizia, sull’avventura e su quanto la vita possa cambiare da un giorno all’altro facendo il tipo di esperienza che avete fatto tu ed i tuoi amici. Ho apprezzato molto il modo in cui Stephen King ha dato voce ai vostri pensieri e alle vostre emozioni, rendendo il vostro viaggio profondo e speciale. Inoltre questo libro mi ha fatto riflettere su quanto sia importante vivere pienamente ogni momento e attimo della vita, soprattutto quelli che sembrano piccoli e insignificanti, perché spesso sono proprio quelli a rimanere impressi nella memoria.
Ti saluto con affetto e ti ringrazio per aver condiviso la storia di quell’estate.
Con stima,
Lorenzo