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23 aprile 2025
Caro Gordie,
ti scrivo perché ho appena finito di leggere Il corpo di Stephen King e la tua storia mi ha lasciato un’impressione molto forte. La vicenda del viaggio che tu e i tuoi amici intraprendete per trovare il corpo di Ray Brower è tanto semplice quanto profonda.
È un racconto che, pur parlando di un’avventura tra ragazzi, esplora temi universali come l’amicizia, la crescita e la paura dell’ignoto, ed è proprio per questo che ho sentito il bisogno di scriverti.
Ciò che mi ha colpito di più di questa storia è sicuramente il modo in cui King dipinge i legami che si creano tra voi ragazzi. Il viaggio che intraprendete non è solo fisico, ma soprattutto emotivo. Mi ha emozionato vedere come, nonostante le difficoltà e le divergenze, tu e i tuoi amici vi sosteniate a vicenda. Il tuo rapporto con Chris è particolarmente intenso: la sua fiducia in te e il legame che avete costruito nel tempo sono tra i momenti più potenti della storia.
La scena finale, quando riflettete su quanto sia difficile crescere e lasciare andare, mi ha fatto riflettere su quanto questi legami d’infanzia siano complessi, ma al tempo stesso fondamentali per chi siamo. Quella sensazione di amicizia indissolubile che avete vissuto è ciò che rende la tua storia così speciale.
Tuttavia, c’è anche un aspetto che non mi ha completamente convinto. Sebbene il gruppo di ragazzi sia ben caratterizzato, ho trovato il personaggio di Vern un po’ troppo marginale e stereotipato. La sua paura e le sue insicurezze sono ben evidenti, ma mi sarebbe piaciuto vederlo più sviluppato, come gli altri.
Ad esempio, quando si perde nel bosco e si mette a piangere, ho sentito che quella scena non aggiunge molto alla trama e risulta un po’ troppo forzata. Inoltre, il conflitto con Ace e i suoi amici, sebbene crei tensione, mi è sembrato un elemento un po’ troppo scontato e poco approfondito, come se servisse solo a dare un antagonista al racconto senza arricchire realmente il significato profondo della storia.
In definitiva, “Il corpo” è stato un libro che mi ha fatto riflettere e mi ha commosso, nonostante le sue piccole imperfezioni. La scrittura di King riesce a catturare la bellezza di quel periodo di transizione, quando l’infanzia sta per finire e l’adolescenza comincia a prendere forma. Mi piace come King abbia trattato temi così grandi e importanti con la delicatezza e la verità che solo un racconto così sincero riesce a trasmettere. È una lettura che consiglio a chiunque voglia riscoprire il significato dell’amicizia e della crescita, e vedere il mondo con gli occhi di un ragazzo che sta per diventare adulto.
Un caro saluto,
Alessandro Dalpozzo