L’incontro del Salone di venerdì 15 ottobre “L’Europa ancora da scrivere. I decaloghi redatti dai giovani” ha visto come protagonisti la giornalista freelance e storica del Vicino Oriente, Paola Caridi, lo scrittore e saggista spagnolo Javier Cercas e colui che, dal 23 aprile 2020, è il direttore del quotidiano “La Repubblica”, Maurizio Molinari.
Dopo una breve introduzione, Cercas si è inserito nel discorso condividendo con il pubblico il significato di parlare molte lingue, mediante il racconto di un aneddoto riguardante il linguista e traduttore russo Roman Jakobson. Ha affermato che, nel momento in cui si parlano numerose lingue, quali l’italiano, il francese, lo spagnolo, ed il portoghese ad esempio, nonostante esse sembrino presentare numerose differenze, è come se si parlasse una sola lingua: il latino, ossia la lingua da cui, tutte queste, hanno avuto origine. Collegandosi alle analogie tra le varie lingue romanze, lo scrittore ha proseguito affrontando il tema della “comunità”: l’Unione Europea. Si tratta infatti di una vera e propria comunità ed i Paesi che ne fanno parte sono in grado di dimostrare il proprio valore solo se uniti, come dichiara il proverbio, ancora in uso ai giorni nostri, “l’unione fa la forza”. È stato anche preso in considerazione il ruolo occupato dall’Europa in questi giorni: “La nostra Europa è ovviamente un’Europa di pace”. Così è stata definita dai giovani nel decalogo da loro redatto, precedentemente approvato da ben 14 delle 20 regioni italiane. A soffermarsi sull’avverbio “ovviamente” sono proprio Paola Caridi e Javier Cercas, i quali lo interpretano non come forzato, ma semplicemente diverso dal loro punto di vista, in quanto adulti, rispetto a quello dei giovani.
Un altro dei temi attorno cui si è svolto l’incontro è il passato del nostro Paese, l’Italia, caratterizzato prevalentemente dal susseguirsi di guerre che non vanno dimenticate.
A concludere l’evento è stata proprio lo scrittore Cercas, che ha invitato tutti quanti noi, cittadini del mondo, a non dimenticare il nostro passato: “Bisogna essere coscienti di ciò che è avvenuto in passato: solo così si potrà essere coscienti di ciò che avverrà in futuro”.