Cronache, Portici di Carta 2025

Passeggiare tra i caffè rigorosamente letterari di Torino


Luca Catapano, Noemi De Santis

Liceo classico V. Alfieri - Torino

Cosa penseresti se dicessimo che l’Italia è nata all’interno dei caffè torinesi?

La passeggiata letteraria di oggi, 05 ottobre 2025, per Portici di Carta è stata un excursus sulla cultura e sugli scrittori torinesi di nascita o che sono diventati tali per il loro soggiorno in città tra Ottocento e Novecento.

Henry James, per esempio, definisce le stanze dell’ex hotel Europa come “l’epitome sommaria di ogni piacere o impressione che avevo raccolto in Italia”.

Pochi anni prima Camillo Benso conte di Cavour, direttore del giornale “Il Risorgimento”, aveva convocato i suoi colleghi giornalisti, proponendo loro di fare pressione su Carlo Alberto, affinché concedesse una Costituzione. Il suo intento fallì, ma due anni dopo emanò il celebre Statuto Albertino.

Il percorso prevedeva una serie di tappe a partire da Palazzo Madama – definito da Guido Gozzano “la casa dei secoli”, perchè presente a Torino sin dai più antichi tempi romani – e affiancato dal commissariato di polizia.   

La galleria Subalpina ospitava il Caffè Romano, oggi Cinema Romano, che era spesso frequentato da personaggi di spicco tra cui Mario Soldati, che ne parla in un discorso malinconico all’interno del suo romanzo “America primo amore” e l’illustre filosofo Friedrich Nietzsche, che ricorda nella sua biografia le serate estive trascorse a mangiare il gelato.

Fuori dalla galleria si possono ammirare piazza Carlo Alberto e Palazzo Carignano da cui è stata proclamata l’Unità d’Italia. Il palazzo è la rappresentazione del momento in cui Torino è il “centro di tutto”.

La tappa successiva è stata il caffè Fiorio, uno dei principali luoghi di ritrovo e di discussioni politiche e culturali tra gli aristocratici e l’alta borghesia vicino a casa Cavour. È proprio qui che l’idea di  un’Italia unita, che si concretizzerà il 17 marzo 1861, prende forma.

La Mole Antonelliana viene definita da Nietzsche come un edificio geniale. Anche questa sua affermazione è simbolo del profondo legame tra il filosofo e Torino, l’unica città in cui si sente “possibile” e quindi pienamente realizzato.

La visita si conclude ai Murazzi, con l’epigramma in onore di Mario Soldati che, gettandosi nelle acque gelide del Po, salva un coetaneo e riceve una medaglia d’argento al valore civile.

È stata un’esperienza interessante e formativa, ricca di spunti e curiosità che spesso passano in secondo piano ma che, invece, rendono ancora più affascinante la città in cui viviamo.

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