Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

Nadeesha e Neela: un difficile viaggio verso casa


Abigail Omoh, Aurora Sgobino

Liceo Ludovico Ariosto - Ferrara

l divario di genere è un problema che affligge numerosi aspetti della nostra società e della nostra vita. E se ti dicessi che riguarda anche la migrazione? Non ci pensiamo spesso, eppure le donne hanno un ruolo ben preciso nelle migrazioni: secondo uno studio, quando arrivano in un nuovo paese mandano a casa più soldi degli uomini.

È da questo concetto che Nadeesha Uyangoda, scrittrice di origini srilankesi, è partita per scrivere il suo ultimo libro Acqua sporca (Einaudi, 2025), presentato domenica 5 ottobre al Festival di Internazionale a Ferrara 2025 insieme all’autrice Nadia Terranova. Uyangoda ha raccontato di essere rimasta affascinata da questo studio e di voler raccontare il fenomeno della migrazione attraverso un occhio femminile. Il libro racconta, infatti, la storia di Neela, donna dello Sri Lanka che all’età di trent’anni si trasferisce in Italia con la figlia Ayesha. Dopo trent’anni decide di tornare sulla sua isola dove vivono le due sorelle. 

Nel romanzo è fondamentale il tema delle malattie; da malattie mentali a quelle fisiche, l’autrice riesce ad analizzare diagnosi come il diabete di Neela, la depressione e il disturbo ossessivo-compulsivo di Ayesha, la sterilità di una sorella maggiore e la disabilità della minore. 

La malattia mentale è strettamente legata anche al linguaggio. Neela non ha mai imparato l’italiano e la sua difficoltà linguistica equivale a qualcosa che non si allinea nel suo subconscio, influendo nuovamente sui disordini mentali. Questo approccio può essere riassunto con le parole dell’autrice “non c’è una solitudine peggiore di quella linguistica”. 

Parlando di malattie, l’autrice si è soffermata sull’argomento della medicina, una scienza non esatta trattata in modo diametralmente opposto tra Occidente e Oriente. La medicina occidentale si basa sulla somministrazione di medicinali, mentre quella orientale è improntata su “riti magici” che ai nostri occhi appaiono inutili e semplicemente legati al mondo dell’impossibile e dell’irrealtà. Il concetto di magia, infatti, è fondamentale nel corso del libro dato che l’autrice ha voluto raccontare una parte dello Sri Lanka che in Italia sembra ormai molto lontana.

Il romanzo, dunque, con la storia di Neela e Ayesha, vuole andare oltre al classico racconto del viaggio, in cui solitamente non è più possibile tornare a casa, ma punta ad esplorare le difficoltà e le conseguenze psicologiche e fisiche dell’espatrio.

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