Due metodi per inventare una storia: prendere spunto dal proprio vissuto oppure trarre da quella porticina situata dentro di sé tutte le caratteristiche per il nuovo fumetto. É così che si apre l’evento all’arena Bookstock del Salone, domenica 21 maggio, tenuto dalla casa editrice BAO. Gli ospiti che vi hanno partecipato sono stati Carlotta Di Cataldo, Elisa Macellari, Irene Marchesini, Caterina Marietti, Luca Pozzi, Teresa Radice, Jacopo Starace, Stefano Turconi e Zerocalcare.
Durante l’intervista, Luca afferma che per scrivere un racconto, lui parte senza seguire un senso logico, con la speranza che alla fine tutti i pezzi del puzzle vadano a completarsi. Per Irene e Carlotta invece il loro modo di lavorare è più complicato dal momento che lavorano insieme. Per loro infatti un personaggio significa l’unione di entrambe le personalità. Mentre per Zerocalcare l’ispirazione la trova nelle azioni ordinarie sue e dei suoi cari, le quali possono risultare toccanti per gli occhi più attenti. Nella descrizione dei personaggi, le due ragazze che lavorano insieme dichiarano di passare molto tempo a discutere sulla vita dei loro personaggi a tal punto da conoscere bene le loro abitudini, i loro amici e anche, purtroppo, quando è il momento di lasciarli andare. Michele, alias Zerocalcare, quando lavorava su delle storie brevi, necessitava dell’esistenza di quelle figure che avevano delle caratteristiche canoni, come la furbizia per la volpe, per rendere immediatamente chiara l’indole di quel personaggio. Ci sono delle volte però dove è il personaggio a scriversi da solo, e quindi lo scrittore svolge il semplice ruolo di spettatore.
In certe occasioni la descrizione di un personaggio cattivo risulta complessa, ma non per Michele, che anche in quelli negativi della storia, ci mette se stesso, persino i tratti di cui va meno fiero. Infatti il proprio io viene rappresentato a 360° attraverso ogni personaggio.
Alla domanda qual è il punto di forza di un fumetto, Jacopo risponde che questo non richiede molti soldi, ma semplicemente una matita, un foglio e tanta creatività. Anche se spesso c’è la paura di non riuscire ad esprimere correttamente i messaggi che si vogliono lanciare, il fumetto esprimerà sempre il modo più creativo per farsi ascoltare.