Hanno risposto a questo interrogativo Barbara Belotti, storica dell’arte, e Lorenzo Ferrari, storico giornalista moderati da Gian Paolo Accardo sabato 05 Ottobre 2024 al Cinema Apollo di Ferrara.
La toponomastica, ovvero l’intitolazione di strade e piazze, rappresenta una finestra privilegiata sulla storia e sui modelli culturali di una società. Lorenzo Ferrari conduce Mapping Diversity un progetto che indaga su 32 principali città europee e altre minori, con l’obiettivo di ricostruire un quadro completo di chi siano i protagonisti ricordati nelle strade. Il giornalista spiega come la metodologia si basi sui dati di OpenStreetMap, che, pur non perfetti, offrono un’informazione uniforme a livello europeo. Da questo enorme database, sono state individuate circa 57.000 strade intitolate a individui, per poi approfondire le informazioni biografiche di ciascuno.
Durante la ricerca si sono presentate alcune problematiche: la qualità dei dati di partenza e la difficoltà di risalire a chi effettivamente siano intitolate alcune strade, specialmente nei casi in cui sono riportati solo i cognomi, come nel caso delle strade della Germania. Problemi simili si riscontrano anche con i santi e gli omonimi, che rendono spesso difficile risalire esattamente all’individuo.
Per affrontare questi ostacoli, la ricerca ha collaborato con 13 testate giornalistiche locali, che, essendo radicate sul territorio, hanno offerto un prezioso aiuto per verificare i dati e interpretare il contesto linguistico e storico delle intitolazioni.
I risultati della ricerca evidenziano una significativa disparità di genere: solo il 9% delle strade intitolate a persone in Europa sono dedicate a donne. I Paesi scandinavi registrano percentuali più alte, mentre nell’Europa sud-orientale, la situazione è ancor più squilibrata.
Barbara Belotti, attiva nell’associazione Toponomastica Femminile, sottolinea che in Italia le strade dedicate a donne sono spesso legate alla religione o a figure mitologiche. Il progetto si impegna anche a portare il tema nelle scuole, per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di una rappresentazione equa delle figure femminili; questo può portare a limitare le prospettive di valorizzazione e riconoscimento sociale delle donne e favorire la violenza di genere.
Se le donne non sono nominate nelle strade, rischiano di essere dimenticate dalla memoria collettiva. Spesso, inoltre, l’uso del solo cognome su una targa può portare confusione: una via in onore a “L. Sanfelice” potrebbe riferirsi sia a un uomo che a una donna.
Negli ultimi anni, inoltre, l’intitolazione di strade dedicate ai protagonisti della lotta alla mafia ha guadagnato attenzione, soprattutto dopo i tragici eventi degli anni ’80. Tuttavia, molte delle vie ricordano vittime maschili, mentre figure come Felicia Impastato, madre di Peppino, che ha lottato contro la mafia, spesso non ricevono il giusto riconoscimento. Lo stesso problema si verifica con le vittime di femminicidio forse perché rischiano di creare una toponomastica del lutto.
Le città europee devono quindi impegnarsi in un processo di cambiamento, partendo dalle scuole e dalle comunità locali, per garantire che le future generazioni possano camminare per strade che celebrano equamente il contributo di uomini e donne alla storia.