“La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto quando apparirà socialmente desiderabile”. Citando Alexander Langer, Elly Schlein, Vicepresidente della regione Emilia Romagna, attivista e apripista nel dibattito pubblico sul clima e i diritti, ci dimostra come il dibattito per il cambiamento climatico debba assumere un ruolo di primo piano, nonostante la questione sembri non interessare ancora le popolazioni più sviluppate. Autrice de La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme (Mondadori), ha dialogato con Valentina Bonavoglia e Riccardo Savino, due partecipanti del movimento Fridays For Future, nel pomeriggio del 20 maggio in occasione del Salone del Libro. Nella sua opera raccoglie e tesse il filo di realtà resistenti, di un percorso politico che l’ha coinvolta in un viaggio intorno all’Europa alla ricerca di un nuovo modello di società. Per tentare di realizzare questo nuovo prototipo di comunità, servirebbe una maggior consapevolezza basata sull’ascolto e sulla convinzione che la politica e le tematiche più attuali, come le questioni climatiche e i diritti umani, sono inscindibili. E’ necessario un doppio sforzo per attuare una conversione ecologica attraverso politiche redistributive che abbattano le disuguaglianze; questo perché i paesi maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici sono i più poveri e meno evoluti industrialmente.
Un ruolo fondamentale è svolto dai giovani che scendendo e riunendosi nelle piazze chiedono alla politica di dare vita a un progetto condiviso e indicano una via per un cammino collettivo basato sull’uguaglianza e su lotte concrete. Un esempio di queste mobilitazioni è Fridays For Future che cerca di superare i confini e incitare all’ascolto della scienza, che fin dal 1978 aveva trovato il colpevole del riscaldamento globale: i combustibili fossili.
L’assessora stessa ha iniziato a fare politica dalle piazze, cosciente che non sarebbe stato un percorso semplice in una società ancora fortemente patriarcale. Grazie alla voce comune, la Schlein ha continuato l’ascesa politica e ha deciso di concentrare il proprio impegno e attenzione in un progetto comunitario volto a far sentire tutti partecipi di un processo per costruire un futuro diverso.
Alla base del suo programma di governo c’è la coscienza che la politica non può fondarsi sui meriti del singolo, ma è fondamentale il lavoro di ogni componente, tra cui le Donne. Nella comunità sarebbero necessarie leadership femministe, e non femminili, che combattano per i diritti di tutte e non solo per i propri obbiettivi. Questo è il principio che tutta l’umanità dovrebbe applicare per cercare di creare un mondo migliore, dove politica e popolo riescano a lavorare insieme, grazie a un’azione essenziale: l’ascolto.