Cronache, Internazionale Ferrara 2022

L’incredibile storia della neve e della sua scomparsa


Chiara Zambonelli e Laura Campus Zhukava


Il libro L’incredibile storia della neve e della sua scomparsa del professore e scrittore Alberto Grandi è stato al centro dell’incontro di Internazionale che si è tenuto presso il Chiostro di San Paolo venerdì 30 settembre. L’autore è stato intervistato dal giornalista Federico Taddia sulla storia della conservazione della neve contenuta nel saggio. L’interesse riguardo all’argomento è stato stimolato dal racconto di aneddoti, fatti sorprendenti, elementi economici e logistici dei mercati alimentari e quelli del pesce, dove il ghiaccio si usa come il conservante principale. 

Il processo di conservazione del freddo è comune a tutte le aree e tutte le grandi civiltà. La consapevolezza che la neve potesse essere sfruttata come conservante alimentare era presente già nell’antichità. L’uso e il trasporto della neve comincia in Mesopotamia, continua con l’Impero Romano, fino a diventare un bene di lusso nel Mondo Arabo. Il ghiaccio veniva utilizzato per rinfrescare cibi e bevande e nella preparazione dei piatti, “come una sorta di spezie”, dice Grandi.

Lo scrittore spiega che la neve di per sé non è di nessuno, ma con l’aumento della richiesta nel Cinquecento gli Stati hanno cercato il modo di sfruttare questo bene per trarne senza trovare la giustificazione per farlo. Con la crisi finanziaria di inizio ‘600, il Papa Paolo V trova un modo per tassare la neve: la neve cade dal cielo, perciò viene mandata da Dio, e il Papa può tassarla essendone il rappresentante in Terra. Il commercio esplode intorno all’Ottocento grazie alle principali esportazioni dall’Etna ad Alessandria D’Egitto e da Boston a Calcutta nel 1833. 

Uno dei temi su cui si concentra Alberto Grandi è la risoluzione delle problematiche del tipo logistico e di ingegneria: il metodo di trasporto e la conservazione della neve. La questione ha coinvolto anche Leonardo Da Vinci: la sua macchina è stata progettata con lo scopo di trasportare la neve dalla montagna in città. 

I sistemi di trasporto e i metodi di conservazione migliorano progressivamente fino ad arrivare alla produzione artificiale della neve. Dalle ghiacciaie domestiche, come modo di conservazione del ghiaccio naturale, e dalle fabbriche per la produzione del ghiaccio artificiale, si passa all’idea del “freddo artificiale domestico”. In Francia, un monaco benedettino, Marcel Audiffren, ha pensato ad una macchina per conservare alimenti per aiutare il suo convento. 

L’idea si diffonde in tutti i Paesi: da qui nascono il frigorifero e altri vari metodi per creare il freddo artificiale. La sua produzione ha determinato la diminuzione della materia prima, il ghiaccio naturale. L’automatizzazione dell’uso del freddo ha portato però all’utilizzo di meccanismi dannosi per l’ambiente. Così l’incredibile storia del mercato della neve ha portato alla sua scomparsa. 

 

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