Nel pomeriggio di giovedì 14 ottobre 2021 è stato ospite del Caffè Letterario di Vita Supernova lo scrittore Goffredo Fofi, presentato dall’editore Sandro Ferri. Il dialogo si è incentrato sulla recente pubblicazione di Fofi dal titolo La delinquenza accademica compresa nella collana “Piccola Biblioteca Accademica”, raccolta di scritti letterari elaborati nell’ambito dei movimenti studenteschi di cambiamento del ‘68.
Questi scritti veicolano una critica al sistema accademico di questo Paese, ambiente tuttora conformista. Infatti egli si riferisce all’università italiana come sistema paramafioso, in cui vige una logica escludente, e come ignorato dal Governo, mentre dovrebbe rappresentare una priorità assoluta e uno dei punti cardine di qualsiasi progetto politico egualitario.
A esasperare il conformismo concorre la tendenza dei sistemi capitalistici e di chi gestisce i mass media a fagocitare qualsiasi movimento innovativo che si ponga in continuità con i moti del 1968.
Goffredo Fofi definisce il suo lavoro collana del pensiero radicale nelle sue varie forme – ecologico, economico, filosofico, pedagogico – che si intrecciano partendo dallo stesso presupposto dell’insoddisfazione circa il mondo attuale e il proposito di lavorare per un mondo nuovo.
L’intento comunicativo dell’autore è quello di mettere in circuito delle idee che incentivino a lottare contro il potere autoritario in tutte le sue declinazioni e a focalizzarsi su modelli utopici piuttosto che distopici. A sostegno della sua visione Fofi cita Lewis Mumford: ”Il compito più importante che ci aspetta è di costruire dei castelli in aria”, a sottolineare l’importanza di fondare mondi nuovi in cui gli elementi di oppressione siano arginati.
L’intervento si è concluso con un’analisi del motivo per cui i movimenti rivoluzionari si siano spenti: l’autore afferma che i giovani della nuova generazione non hanno ricevuto esempi di slancio reazionario dai propri predecessori e hanno coltivato una sfiducia sempre crescente nei confronti di una classe politica tendenziosa e lacerata da divisioni interne.
L’analisi dell’autore è stata lucida, propositiva e portatrice di un messaggio di speranza e cambiamento ed è sfuggita al rischio di risultare mediocre e retorica.