La Sicilia non è solo l’immagine di spiagge soleggiate, gustosi arancini o clan mafiosi, ma è testimone di un’eredità storica importante, culla di bellezze fuori dal comune. Le sue numerose contraddizioni sono state argomento principale dell’incontro tra il fumettista messinese Lelio Bonaccorso ed il gruppo di lettura Semplicemente lettori di Cuneo. Il dibattito si è tenuto oggi, 23 maggio, al Salone del Libro di Torino. La discussione si è aperta con la presentazione della nuova graphic novel “Vento di libertà”, la prima opera che vede Bonaccorso come autore unico. Il fumetto narra le vicende di due donne, Dina e Clarenza, protagoniste di una storia d’amore ambientata ai tempi della rivoluzione dei Vespri siciliani. Temi centrali della storia la lotta per la libertà e il desiderio di indipendenza, ideali che i personaggi di questa storia incarnano perfettamente. Dina e Clarenza sono, infatti, due donne coraggiose, determinate, pronte a tutto pur di difendere la loro patria dalle violenze dell’esercito angioino, suo usurpatore. In quest’ultima caratteristica Bonaccorso cela un’importante significato. L’autore definisce la Sicilia come una bella donna, di cui tutti si invaghiscono, ma che nessuno riesce a conquistare. In questo modo si spiega il continuo susseguirsi di popolazioni straniere nella regione: prima i Greci, poi gli Arabi, i Francesi e ancor più tardi gli Spagnoli. Da tali affermazioni emerge lo stretto legame che lega il fumettista alla propria terra, ambientazione fissa di tutte le storie da lui illustrate. Il fumettista, nel momento in cui una grande casa editrice francese gli propose di rendere neutra l’ambientazione del libro per aumentarne i profitti, ha rifiutato, poiché ritiene la presenza della Sicilia indispensabile per trasmettere il messaggio dell’opera. Numerose sono state le domande di carattere tecnico proposte dalle ragazze del gruppo di lettura, quesiti cui Bonaccorso ha risposto in maniere esauriente con lo stesso tono gioviale che ha caratterizzato tutto l’incontro.