“L’hip-hop è un ponte che parte dalla strada e arriva ovunque”. Questa è la frase chiave recitata da Kento e Amir Issaa, i due rapper italiani ospiti al Salone Internazionale del Libro per la presentazione dei loro nuovi libri, rispettivamente “Te lo dico in rap” e “Educazione rap”. La conferenza è stata il modo per cercare di far arrivare alla gente quella che è la vera idea di hip-hop, e ciò che questo movimento vuole trasmettere. Amir e Kento non sono tra i più giovincelli del settore: la loro carriera prende vita a partire dagli anni ‘90, e questo ha permesso loro di navigare e di raccogliere un’esperienza molto ampia del linguaggio rap.
“Le espressioni tipicamente rap sono entrate a far parte del vocabolario di tutti i giorni, soprattutto tra i giovani. Questo è segno che ormai la cultura hip-hop, negli ultimi anni, ha iniziato a influenzare ed essere presente nelle nostre vite al di là della musica”.
L’altro aspetto positivo sottolineato dai due artisti è il fatto che si tratti di una cultura nata sulle basi di qualcosa che esisteva da secoli, ovvero la poesia, e non dal nulla.
“Questo elemento dà credibilità, e ci fa capire che questo genere non è così banale come a volte si potrebbe pensare”.
Infine, secondo i due artisti non è sbagliato pensare di utilizzare il rap come mezzo per acquisire soldi o popolarità. “La commercializzazione esiste in svariati campi, anche nella letteratura. È legittima. Non è sbagliato che un giovane parta con l’idea che la musica gli possa portare in futuro anche un grosso guadagno”.