Secondo i risultati dell’accuratissimo gioco smash or pass, Matteo Bordone risulta boomer al 40%: tutta colpa della vestaglia e della camicia da notte…
Oggi al Salone Del libro di Torino, il giornalista ci parla, in una simpatica intervista guidata da un gruppo di giovani ragazzi, del suo nuovo libro: “Invenzione del Boomer”.
L’incontro alterna momenti di serietà a compostezza, dove Bordone è chiamato a rispondere su questioni importanti come la mobilitazione giovanile, lo scambio generazionale e l’invenzione stessa del concetto di “giovane”, a momenti di allegria e scherzo, dove il giornalista si è destreggiato nella definizione dei termini della generazione Z.
Proprio sull’importanza delle parole e sulla loro origine si concentra l’intervistato, spiegando che parole come “boomer”, tema centrale dell’incontro, nascono proprio dal bisogno della società di definire nuove realtà, in quanto primo strumento dell’uomo.
Una delle principali ragioni di scontro tra generazione Z e boomer è sicuramente l’utilizzo errato dei social da parte di questi ultimi che con le loro uscite fuori luogo sono spesso ragione di imbarazzo, o per meglio dire di “cringe”. Secondo Bordone l’errore nasce dalla strana convinzione dei boomer che i social siano come un luogo fisico e non una macchina con delle proprie regole e algoritmi.
Si passa poi al grande tema della mobilitazione politica che sembra interessare la nuova generazione molto di più che a quella precedente, almeno secondo Bordone. “Non bisogna dimenticare che i diritti sono il risultato di lotte durissime e non istituzioni naturali presenti da sempre”. Lotte che in passato hanno coinvolto proprio quelle stesse persone che oggi definiamo boomer, ed è forse qui che secondo Bordone possiamo trovare il desiderato incontro tra generazioni.