Internazionale Ferrara 2024

Le esperienze individuali diventano storia


Giulia Malaguti, Luca Tracchi

Liceo L. Ariosto - Ferrara

Ferrara e la sua storia diventano un podcast. In uno degli ultimi eventi del primo giorno del festival di Internazionale a Ferrara, presso la sala 3 del cinema Apollo, la storica Antonella Guarnieri e Giacomo Locci, guidati dal podcaster Jonathan Zenti, presentano il podcast I fantasmi della bassa (2023), incentrato sulla storia della “bassa ferrarese”, la provincia considerata nella sua estensione fino alla costa adriatica, nel cinquantennio 1870-1922, caratterizzato dal succedersi delle influenze socialiste e fasciste. 

L’iniziativa, in cantiere da più di due anni, è realizzata nell’ambito del progetto Mondovisione, solitamente orientato al giornalismo straniero, ma che intraprende una via originale: fare della storia del territorio il punto di partenza per allargare gli orizzonti di riflessione all’attualità. Inoltre questa sfida permette agli autori di avvicinare al grande pubblico l’imponente apparato archivistico della storia accademicamente intesa, dato che il materiale è in gran parte attinto dal lavoro condotto da Guarnieri nell’ambito museale.

Tramite infatti il racconto di testimoni e storici, il podcast guida l’ascoltatore attraverso questi anni di instabilità per i contadini della bassa ferrarese: vengono in questo modo messe in luce le difficoltà del ceto più basso in contrapposizione alla ricchezza e al potere diffusi nella borghesia più abbiente. Questo scontro si consuma nell’istituzione dei sindacati e nella successiva abolizione degli stessi “mutando la provincia più rossa d’Italia nella culla del regime”.

Al centro della vicenda il processo di bonifica che ha investito questa zona mutandola radicalmente dal punto di vista territoriale e, di conseguenza, di quello sociale. Nell’ottica di nuove terre da coltivare si promuovono politiche di violenza a danno di gruppi come di singoli, le cui storie costituiscono il materiale di studio degli autori. 

Questa indagine parte dal presupposto di raccontare la storia attraverso le esperienze individuali, che devono essere analizzate con la maggior oggettività possibile. Gli autori sostengono che non sia mai troppo tardi per raccontare una storia ma che a volte sia troppo presto come se ci fosse bisogno di depositare gli eventi, di aspettare che la vita vissuta diventi storia.

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