“Risorsa acqua”: è questa la problematica di cui hanno discusso Mario Cifiello, Giulio Boccaletti e Marirosa Iannelli nell’incontro di domenica 16 maggio 2021 a Internazionale dal titolo Fino all’ultima goccia.
La presidente del “Water Grabbing Observatory”, Marirosa Ianella, ci ha presentato il suo progetto, ma cosa s’intende con questo termine? Il water grabbing, o accaparramento dell’acqua, fa riferimento a situazioni in cui attori potenti sono in grado di prendere il controllo o deviare a proprio vantaggio risorse idriche preziose, sottraendole a comunità locali o intere nazioni: l’acqua viene così tramutata in bene privato o controllato da chi detiene il potere per il quale bisogna negoziare ed essere disposti a pagare. Il water grabbing rappresenta, quindi, uno dei processi più diffusi di violazione dei diritti umani e sociali, di appropriazione e depauperamento delle risorse idriche e naturali.
Nel sito ufficiale dell’osservatorio – https://www.watergrabbing.com/ – spiccano alcune parole chiave: informazione, ossia la produzione costante di contenuti (articoli, interviste, video, foto reportage, documentari), ricerca, paper report e ricerche accademiche, sensibilizzazione cioè la realizzazione di campagne di comunicazione, consulenza, quindi il sostegno a progetti e campagne istituzionali e Social, realizzazione materiali informativi e infine formazione ossia svolgimento di lezioni universitarie, workshop e laboratori nelle scuole.
Un altro argomento di cui si è discusso è quello dell’accesso all’acqua come diritto. Il problema dell’approvvigionamento di risorse alimentari non è soltanto connesso alla disponibilità di risorse idriche, ma anche alla produzione industriale e, per estensione, a quella energetica. La disponibilità e l’accesso alle risorse idriche porta a considerare anche un’altra dimensione: quella dei diritti umani in relazione all’ambiente.
Nella Carta ONU del 1945 e nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU, 1950) non vi è parola sul godimento dei diritti umani in relazione al connotato ambientale. Le Nazioni Unite hanno condotto un imponente lavoro ai fini dello sviluppo e del riconoscimento della dimensione internazionale del problema. A questo proposito è rilevante considerare il testo della Risoluzione che per la prima volta nel 2010 ha riconosciuto l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come diritti umani fondamentali. Il testo della risoluzione è stato accolto con grande soddisfazione in quanto costituisce un passo decisivo per affrontare il problema della scarsità delle risorse idriche e per svincolare l’acqua dalle logiche del mercato. L’acqua è una risorsa strategica e lo è da sempre, basti pensare come la parola “rivale” derivi dal latino “rivalis”, ovvero colui che divide con un’altra persona l’acqua di un fiume (rivus) per irrigare i propri campi. Ora le cose stanno cambiando e la “corsa all’acqua” potrebbe amplificarsi in un contesto di climate emergency. La Banca Mondiale stima almeno 507 atti violenti per il controllo delle risorse idriche sparse nel mondo. Da qui nasce l’idea di creare una mappa globale in grado di prevedere dove potrebbero sorgere conflitti legati alla carenza idrica. Progettata dai ricercatori della “Water, Peace and Security Partnership” e successivamente presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la mappa è ora consultabile pubblicamente a questo link: https://www.waterpeacesecurity.org/map . L’importanza dell’acqua come bene pubblico e diritto umano viene ricalcato dall’ONU nell’Agenda 2030 (l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile infatti è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030), i Goal o Obiettivi legati all’acqua sono ben due: GOAL 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie) e il GOAL 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile. Ha concluso l’intervento augurandosi e augurandoci, come ha fatto l’ONU sviluppando l’Agenda 2030, un futuro migliore dove l’acqua sia un bene pubblico e dove sia possibile l’intergenerazionalità.