17 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

La verità di Teresa Ciabatti


Davide Favaretto, Licia Squerzanti

Liceo Ariosto - Ferrara

“La verità è ciò che scriverò, non ciò che penso”: è questa una delle provocazioni più potenti lanciate da Teresa Ciabatti, che sabato 17 maggio ha presentato il suo ultimo romanzo Donnaregina (Mondadori), al Salone del Libro di Torino, in dialogo con Chiara Valerio.

Il romanzo si fonda su un incontro in apparenza assurdo: quello tra un boss della camorra, conosciuto come ’o Nasone, e una giornalista dalla personalità difficile, definita provocatoriamente “una mitomane insopportabile”. Quest’ultima viene incaricata di intervistare il criminale per un reportage, ma finisce per restare invischiata in un legame ambiguo. Attraverso il confronto con un uomo capace sia di gesti di estrema violenza, come uccidere a sangue freddo, che di attenzioni delicate, infatti alleva con cura dei colombi, la protagonista comprende che il bene e il male non sono categorie nette. Nessuno è solo una cosa, e tutti possono cambiare, soprattutto col passare del tempo. L’invecchiamento, infatti, è un tema chiave del romanzo. In Donnaregina, tutti i personaggi invecchiano. Ma non è solo un lento decadimento : è piuttosto un processo che, a seconda delle persone, può portare verso la redenzione o la rovina. Alcuni migliorano, mentre altri inaridiscono. Per Ciabatti l’invecchiare non è né trionfaledecadente: è semplicemente un modo per occupare meno spazio nel mondo, per imparare a osservare meglio, a vedere più in profondità, mantenendo però la capacità di restare nascosti.

Vedere, per la scrittrice, è un atto fondamentale. Significa spostare lo sguardo fuori da sé, mettere da parte le proprie opinioni, emozioni e pregiudizi, per lasciar emergere le storie degli altri. Sono quelle storie a poter essere trasformate in letteratura. La verità, quindi, non risiede nei pensieri o nei sentimenti dell’autrice, ma in ciò che decide di raccontare, nel modo in cui costruisce e restituisce il mondo.

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