Quando smetteremo di usare la banconota?
E’ stato questo l’interrogativo dell’incontro che si è svolto presso il Chiostro di San Paolo sabato 1 ottobre, secondo giorno di Internazionale. Brett Scott, giornalista economico sudafricano, ha presentato il libro Cloudmoney (Harper Collins, 2022) con il giornalista di Internazionale Alessandro Lubello.
Viviamo nell’era digitale: ai giorni d’oggi è diffusa la convinzione che internet abbia creato un mondo più libero, dove ognuno può esprimere il proprio pensiero e connettersi con gli altri.
In realtà, dice Brett Scott, è assoggettato alle regole del capitalismo. La medesima situazione si ritrova nel mondo della finanza.
Dopo il Covid abbiamo assistito all’esplosione del commercio online. La finanza digitale sembra seguire uno schema che caratterizza nternet: una vita più pratica e semplice. Il sistema finanziario digitale non è tanto differente da quello bancario: infatti, si può definire un sistema “parassita”, afferma Scott, in quanto è stato creato per automatizzare e rendere più veloce il sistema già esistente, ma allo stesso tempo rende i dati privati meno protetti. Nel libro viene evidenziata la sicurezza della banconota rispetto alla moneta digitale, che lascia una traccia digitale disponibile alle grandi agenzie che controllano i social media. Le applicazioni possono tracciare la posizione geografica della persona, i risparmi, gli acquisti e basandosi su questi, delineare il profilo di un individuo.
Esistono tre archetipi di “autorità” nel mondo finanziario digitale: “Il grande fratello” controlla le azioni quotidiane, “Il grande buttafuori” decide a quali informazioni una persona può avere accesso, “Il grande maggiordomo” memorizza gli interessi e spinge a continuare ad interessarsi degli stessi argomenti, offrendo più informazioni simili.
Ovviamente l’assenza di controllo delle finanze e la vulnerabilità del sistema ci spaventa. Ciò non vuol dire però che possiamo rinunciare al progresso della finanza.
L’autore riporta un esempio: quando nacquero le prime aziende automobilistiche, si preferiva usare la bicicletta per avere controllo del mezzo di trasporto. Noi oggi però usiamo le macchine per praticità e velocità. La bicicletta all’interno della metafora rappresenta la moneta; la macchina rappresenta invece le finanze digitale e l’inevitabile progresso.
Invece di concentrarsi sulle polemiche e discussioni sull’opzione migliore, dobbiamo cercare un equilibrio tra le possibilità più funzionali e la risoluzione degli aspetti negativi.