Il 15 settembre 2022 alle ore 17.30 si è tenuta l’inaugurazione della XIII edizione della Festa del libro Ebraico, nel giardino del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Dopo due anni di stop a causa della pandemia da Covid 19, il MEIS ha ripreso a pieno la sua attività. Infatti, oltre alla Festa del Libro Ebraico che si svolgerà dal 15 al 18 settembre, il 13 ottobre sarà inaugurata, per la prima volta, la mostra “Sotto lo stesso cielo” riguardante la festa ebraica di Sukkot, durante la quale si potranno ammirare le dieci tavole settecentesche di una sukkah (capanna), appartenenti all’abbazia di Praglia; infine nel 2023 sarà inaugurata una mostra sull’architettura delle sinagoghe e dei cimiteri ebraici in Italia.
Ha aperto l’evento il direttore del MEIS, Amedeo Spagnoletto, che ha presentato le autorità: hanno preso la parola il sottosegretario alla cultura, Lucia Borgonzoni, l’assessore alla cultura della regione Emilia-Romagna, Mauro Fenicori e in rappresentanza del sindaco di Ferrara, l’assessore Angela Travagli, i quali hanno espresso il loro sostegno al MEIS, definito come un luogo che offre occasione di dialogo e riflessione, con l’obiettivo di creare memorie condivise e dare possibilità di profondo arricchimento culturale.
Quest’anno, come spiegato dal direttore del Museo Amedeo Spagnoletto, sono stati scelti come temi principali il rapporto tra l’ebraismo e l’immagine e il rinnovamento, attraverso la tecnica dello storytelling e della graphic novel. Infatti, nonostante la cultura ebraica proibisca l’adorazione di idoli, tuttavia le immagini possono trasmettere messaggi che le lettere non riuscirebbero a comunicare con la stessa efficacia, ha affermato il direttore del Museo.
Per la sua tredicesima edizione, il MEIS ha offerto l’opportunità di ascoltare le parole della fumettista Rutu Modan, nata a Tel-Aviv, autrice di 4 libri di graphic novel, che ha dialogato con Emanuele Rosso, illustratore e visual storyteller.
Prima di parlare nello specifico del suo lavoro da illustratrice, ha raccontato la sua esperienza di editor e art-director che sta portando avanti nella nuova Biblioteca Nazionale di Israele che, come ha spiegato, sta cambiando sede per poter ospitare gli incredibili tesori culturali che la cultura ebraica ha da offrire. Si tratta di un progetto molto innovativo e ambizioso: sono stati selezionati e ospitati sei artisti, di cui quattro israeliani, uno tedesco e uno polacco, che, in seguito a una preparazione riguardante il metodo di ricerca all’interno degli immensi archivi della biblioteca, sono stati liberi di scegliere il materiale da cui prendere ispirazione per dare vita a una nuova storia. Oltre al libero accesso a tutti gli archivi, il progetto prevede anche la pubblicazione dei lavori, prima in Israele, eventualmente poi a livello internazionale, possibilità generosamente offerta dalla Biblioteca. L’obiettivo finale è quello di avere a disposizione una varietà di punti di vista, così da ottenere un mosaico variegato e coerente.
Rutu Modan parla con entusiasmo del lavoro di editor e art-director poiché, come afferma lei stessa, è stimolante e consente un grande arricchimento, però, prima di tutto, è una fumettista orgogliosa dei suoi lavori: Unknown, Il passato è passato, La proprietà e Tunnel. Secondo Emanuele Rosso, le sue opere presentano tutte una compattezza stilistica, una stessa modalità di racconto, ma soprattutto una ricorrenza molto frequente di alcuni nuclei tematici, fra cui emerge particolarmente il tema del passato, che influenza costantemente le vite e le azioni di tutti.
A questa sollecitazione la Modan risponde che ha impiegato molto tempo per capire questa sua attenzione così forte al passato, anche se molto molto lontano. Tempo e spazio per lei sono veri e propri personaggi: il fatto che le persone siano intrappolate all’interno di un luogo, in un determinato lasso di tempo, influenza, inevitabilmente, le loro vite. Qualsiasi tema, in particolare quello della famiglia, è legato, secondo influenze a noi sconosciute, al tempo, al passato e, di conseguenza, alla storia: “La storia è sempre con noi, non cominciamo mai da zero”.
Partendo dal presupposto che il suo obiettivo è quello di creare una storia che non annoi il lettore e che lo coinvolga il più possibile nella lettura, la fumettista israeliana tende ad esplorare temi con un lato piuttosto drammatico e ad analizzare in modo molto approfondito le varie sfaccettature degli argomenti che sceglie di trattare. Infatti ama affrontare temi come il dramma familiare, la caccia al tesoro e i misteri (mai risolti)
Nonostante Emanuele Rosso, durante il dialogo, metta in evidenza un profondo rapporto tra i fumetti di Rutu Modan e quelli dei grandi fumettisti francesi, lei si considera a tutti gli effetti una fumettista israeliana; nega infatti di avere avuto un’unica fonte di ispirazione, ma piuttosto definisce il suo stile come la combinazione di elementi diversi, tra cui per esempio l’influenza dei cartoonist americani degli anni Trenta/Quaranta.
Certamente uno degli aspetti più interessanti delle opere di Rutu Modan è il fatto che racconti storie personali ed autobiografiche, servendosi di personaggi dietro cui nascondersi, così da poter descrivere aspetti segreti e talvolta anche imbarazzanti della sua vita oppure in modo da poter incarnare nel personaggio suoi aspetti personali.
Tra drammi familiari, puzzle ed enigmi irrisolti per l’artista israeliana disegnare le sue esperienze di vita è un divertimento, “una vacanza attiva”!