In occasione della prima giornata del Festival Internazionale a Ferrara 2022, il 30 settembre al Teatro Comunale della città si è tenuto l’evento Imperialismo alla russa, che ha trattato il tema della guerra in corso tra Russia ed Ucraina. A condurre l’incontro è stato Andrea Pipino, giornalista italiano, esperto dell’Europa centrale ed orientale ed editor di Internazionale. Hanno conversato sull’argomento gli ospiti presenti: Nataliya Gumenyuk, giornalista e autrice ucraina, Victoria Vdovychenko, professoressa ucraina e project manager e Tikhon Dzyadko, giornalista, conduttore televisivo e media manager russo.
Nataliya Gumenyuk inizia condividendo con il pubblico l’esperienza a Kharkiv dove ha visitato due delle tante camere di tortura e racconta episodi di shock elettrici, una pratica crudele e disumana. Quella tra Russia e Ucraina non è una guerra a carattere esclusivamente geopolitico, ma affonda le sue radici nel passato. Nel 2014 è scoppiata la guerra del Donbass, che da otto anni prosegue coinvolgendo nuovi Stati. Credere che la guerra odierna sia dunque lontana da noi, poiché non colpiti in prima persona, è un grave errore. L’Occidente è continuamente “sotto attacco”, come si evince dalle parole di Vladimir Putin che, dopo il referendum, ha annunciato l’annessione alla Russia delle quattro regioni ucraine: Donetsk, Lugansk, Zhaporizhzhia e Kherson. Ad esprimere la propria opinione riguardo ai referendum in Russia è la professoressa ucraina Victoria Vdovychenko, che li definisce spesso illegittimi e con il solo obiettivo di spaventare, sabotare e rinegoziare. La propaganda russa sta mutando: l’esercito di Putin si sta indebolendo e le scorte belliche sono in uno stato di gran lunga peggiore rispetto a quello ucraino. Il conflitto divide la popolazione russa in due schieramenti: una minoranza aggressiva favorevole alla guerra all’inizio, ma che si rivela poi spaventata dalla possibilità di finire in prigione, e una maggioranza passiva che vuole continuare a vivere invece la propria vita. Putin ha portato la guerra nelle case della gente: ecco perché molti russi stanno cercando di abbandonare il paese. Se il sogno americano è rivolto al futuro, il desiderio del Presidente russo riguarda il passato, quel “passato d’oro” che si è scontrato con la resistenza ucraina incoraggiando la nazione a farsi avanti.
Nel 2021 infatti l’Ucraina ha celebrato i trent’anni di indipendenza e dunque la libertà di parola e il diritto di espressione attribuendo alla lingua madre sempre più importanza: oggi sono molti infatti gli ucraini che comunicano nella propria lingua, simbolo di identificazione e appartenenza culturale.
Per concludere l’evento Andrea Pipino ha chiesto agli ospiti come immaginano il futuro di Russia e Ucraina quando sarà terminato il conflitto. Tikhon Dzyadko sottolinea l’esito sconosciuto del piano di Putin e della situazione che l’intero paese dovrà affrontare. Victoria Vdovychenko pone l’attenzione sulla necessità di promuovere un approccio innovativo nelle generazioni future.