“Il terremoto è ovunque: nelle macerie, nelle lapidi crepate, nelle brutte case nuove, nella simmetria delle cattedrali ricostruite”. Con le parole del libro Rombo (edito da Iperborea) l’incontro con la scrittrice Ester Kinsky, in gara con questo testo al Premio Strega Europeo insieme allo scrittore Vincenzo Latronica.
Analizzando le conseguenze del terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia il 6 maggio del 1976, l’autrice riflette sul rapporto fra uomo e natura davanti a eventi catastrofici.
“Una storia non del terremoto, ma intorno al terremoto. Placida nello stile, violenta nei temi” commenta lo scrittore Vincenzo Latronica. L’autrice si concentra su sprazzi di un mondo brutalmente sconvolto e sui ricordi di chi l’ha vissuto, in “un libro in cui il tema della memoria collettiva si respira dalle prime battute”.
Kinsky vive da alcuni anni in Friuli Venezia Giulia: racconta di essere rimasta colpita da come il terremoto sia in ogni dialogo e commento delle persone. “C’è una carica di sofferenza accumulata, aggravata dal fatto che non c’è un responsabile con cui prendersela davanti a simili eventi” interviene l’autrice.
“Il desiderio di scrivere questo libro è nato proprio ascoltando le testimonianze delle persone che ho incontrato in Friuli” spiega. L’individualità umana rimane quindi centrale: sono sette le voci narranti che costruiscono un mosaico di ricordi intorno all’esperienza traumatica del terremoto vissuto in prima persona. Anche quando indaga la natura, usando a volte termini tecnicissimi, l’autrice rimane focalizzata sull’essere umano e come si muove nel mondo. “Mi interessano le persone, come articolano le loro vite e la loro necessità di essere visti e la scrittura è un mezzo per raccontarlo” commenta Kinsky.
“Rombo è un romanzo straordinario: nella sua concezione e struttura si fondono insieme dimensioni naturali e umane a creare un unicum nel panorama letterario del momento” conclude Latronica.