Cronache, Portici di Carta 2025

Il potere dell’armadillo con Zerocalcare e Maicol & Mirco


Matilde Boltri, Sofia Tarchiani

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Oggi, domenica 5 ottobre, abbiamo intervistato Zerocalcare prima dell’incontro “Liberi di essere impegnati”, a cura di Bao Publishing, insieme a Maicol & Mirco. 

Siete degli artisti che possono parlare di tutto, grazie all’affetto che il vostro pubblico prova per voi. Ma è vero che potete parlare proprio di tutto?

Mirko: Sì, ma bisogna sapere come raccontarlo: c’è sempre un modo giusto per dire le cose, anche traumatiche. Qual è? Cambia da autore ad autore ma, per me è necessario rimanere onesti, anzi rimanere forti, onesti e buoni. In più bisogna essere molto appassionati di ciò di cui si parla, non riuscirei a scrivere nulla su qualcosa che non mi smuova emotivamente.

Zerocalcare: Sono d’accordo con Mirko, per me deve essere qualcosa che non mi è estrana, un argomento che seguo, che mi sta particolarmente a cuore. Io non faccio fumetti su battaglie che non sento come mie, come il cambiamento climatico, ma solo su cose che mi segnano. Il mio obiettivo è essere sempre onesto con me stesso e i lettori, quindi ciò di cui sono convinto lo restituirò in maniera convinta, mentre non potrei fare altrettanto con argomenti che non sento miei. Detto ciò, non è detto che le mie motivazioni convincano il lettore, ma io non sono né un prete né un venditore di aspirapolveri: non devo convivere nessuno.

Avete fatto dell’ironia il vostro marchio di fabbrica, quanto la valutate squalificante quando scrivete di argomenti seri?

Maicol: Io non volevo essere un autore comico e, infatti, secondo me non lo sono. Personalmente trovo che far ridere sia più facile, più istintivo mentre far piangere è una cosa intima. E far ridere per poi far piangere è stupendo. Io sono un po’ come Fantozzi.

Zerocalcare: Io sono d’accordo. Non penso mai di voler far ridere quando scrivo. Tutte le mie storie iniziano da un evento traumatico, spesso un lutto. Raccontare solo qualcosa di così doloroso, però, mi fa sentire vulnerabile ed è per questo che uso l’ironia. Non sminuisco ciò di cui parlo scherzandoci sopra, ma uso l’armadillo per sbeffeggiarmi e alleggerire il tutto. Prima ne facevo un uso smodato poi, con  il passare del tempo, ho acquisito sicurezza in questo mestiere. L’ironia ha un grande potere di essere  un’acceleratore di emozione:  se riesco a unire la tristezza e la risata, l’emozione che si prova è molto più forte.

Qui prima dell’incontro l’intervista a Zerocalcare

 

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