“Quello che mi interessa è ciò che è invisibile agli occhi”.
Questo è il pensiero di Eshkol Nevo venuto a galla durante un dialogo letterario con Francesco Pacifico, tenutosi oggi 11 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino.
La conversazione si apre con il racconto del modo in cui Eshkol scrive i suoi romanzi. Egli parla di come sia abituato a scrivere con la dolce compagnia del suono delle campane, del tabacco e della vista sulle Alpi nella camera del suo B&B in Piazza Emanuele Filiberto a Torino.
In seguito lo scrittore ci confessa che, per trovare l’ispirazione necessaria per iniziare a scrivere, è solito leggere poesie in grado, con la loro delicatezza, di trasportarlo in un mondo di sensibilità ottimale per comporre le sue opere.
Tra un aneddoto e l’altro emerge il tema del cinema e del suo rapporto con esso, in particolare con la creazione del film tratto dal suo libro “Tre Piani” del regista Nanni Moretti.
Successivamente Eshkol Nevo ci illustra i motivi per i quali apprezza maggiormente i racconti brevi: questi permettono infatti di narrare dei momenti specifici della vita che non necessitano di dilungarsi esageratamente.
In conclusione lo scrittore si dimostra orgoglioso dei traguardi raggiunti dagli autori di nuova generazione, individuando nell’Italia una culla per la creatività letteraria futura.