Cronache, Internazionale Ferrara 2024

Ha sempre fatto caldo… o forse no


Davide Favaretto e Alice Poerio

Liceo Ariosto - Ferrara

“L’anidride carbonica non è un inquinante e non è il gas dell’Apocalisse! L’aumento della concentrazione di COè un bene perché ci regalerà un pianeta più verde! Il problema dell’anidride carbonica è solo un pretesto creato ad arte per fare soldi!”

“Tutta questa retorica sul riscaldamento planetario per poi rischiare di trovarci all’improvviso mezzi assiderati! La verità è che non sapete che pesci prendere!”

Sicuramente avrete letto o pronunciato una volta nella vostra vita una frase come questa, ma è effettivamente vero? Il meteorologo e climatologo Giulio Betti, tramite il suo libro Ha sempre fatto caldo! E altre comode bugie sul cambiamento climatico (Aboca Edizioni, 2024), prova a sfatare i falsi miti sul riscaldamento globale rendendo un discorso, solitamente complicato e ripetitivo, accessibile a tutti.

L’incontro con l’autore si è svolto al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara sabato 5 ottobre 2024 durante il Festival di Internazionale. I ragazzi del progetto Galeotto fu il libro del liceo Ariosto di Ferrara hanno intervistato Giulio Betti riguardo ai problemi di cui spesso sentiamo parlare.

Il meteorologo ha definito questo suo libro una “piccola missione”; infatti, il suo obiettivo non è quello di formare futuri esperti o parlare ad un pubblico di scienziati, ma di comunicare in modo semplice ed efficace la situazione che stiamo vivendo a livello globale, per questo motivo nel libro si alternano momenti di forte ironia a paragrafi puramente scientifici.

Uno dei primi argomenti affrontati è la differenza tra clima e meteo: da un lato la meteorologia si occupa di registrare a livello giornaliero i fenomeni atmosferici in una determinata zona, mentre la climatologia analizza dati e condizioni atmosferiche osservate in una regione in un lasso di tempo di almeno 30 anni, andando a delineare le cosiddette zone climatiche.

Se sentiamo parlare così tanto di questo problema, però, è a causa dell’eccessivo allarmismo che si è creato intorno ad esso: i mass media spesso e volentieri, per ottenere un livello di audience maggiore, ingigantiscono le notizie che riguardano il riscaldamento globale, demonizzando elementi naturalmente presenti nell’atmosfera e necessari per la vita, come i gas serra e, in particolare la CO2. Così facendo screditano il lavoro e la parola dei veri esperti.

Ugualmente pericolosi, anche se totalmente opposti all’allarmismo, sono il negazionismo e il “normalismo”: il primo consiste nel negare tutto quello che gli scienziati dimostrano con dati scientifici, utilizzando frasi ironiche e contraddittorie. Queste, spesso, mirano agli esperti come persone e non alle loro teorie, accusandoli di ricevere stipendi troppo alti per il loro lavoro considerato inutile. Il “normalismo”, invece, sminuisce il pericolo dei cambiamenti che il clima sta subendo, ritenendolo normale e insignificante. Dal libro: “Cosa vuoi che siano 2.7 °C di aumento a livello planetario! La Terra è enorme e questo eccesso di calore si distribuirà in maniera uniforme, non ce ne accorgeremo neppure!”.

L’ultimo argomento trattato è stato quello della speranza e del destino dell’uomo, un tema verso cui Betti si è dimostrato fiducioso. L’importante messaggio che ha voluto trasmettere è che non esistono azioni a impatto zero, ma ognuno può adottare piccoli accorgimenti nella propria vita quotidiana per ridurre il proprio impatto personale. Impegnandoci tutti insieme si può costruire un domani migliore per le prossime generazioni: il futuro può ancora essere salvato, c’è ancora speranza.

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